Al Marca di Catanzaro dal 26 novembre 2016 al 29 gennaio 2017 c’è l’antologica dedicata a Armando Marrocco che mostra tutta la sua ricerca artistica dagli anni ’60 all’attuale, con 60 opere. L’artista pugliese è uno dei più importanti sperimentatori contemporanei. E’ curata da Marco Meneguzzo. Le opere sono inedite poiché provengono da collezioni private. E’ organizzata dalla Fondazione Rocco Guglielmo con la Provincia di Catanzaro, con due importanti Gallerie milanesi e l’Associazione culturale Spirale di idee. Catalogo Silvana Editoriale.
Il Marca con quest’esposizione inaugura un nuovo ciclo dedicato a scoprire artisti contemporanei che si sono dedicati a una ricerca particolare e interessante senza però essere sempre alla ribalta.
Quest’esposizione creata in collaborazione con la Galleria d’arte Il Castello, la Galleria Antonio Battaglia di Milano e l’Associazione culturale Spirale d’idee, porta a conoscenza di un più vasto pubblico la personalità di Armando Marrocco che nelle sue opere è partito dall’arte in un certo senso tradizionale per arrivare a performances quasi estreme, dalla fotografia all’arte pubblica.
Negli anni ’80 è il periodo delle opere con materiali di recupero al quale segue un ciclo di mostre internazionali, alcune organizzate da Pierre Restany che propone una sua scultura La città palafitta al Parco Olimpico di Seul. Dagli anni 2000 riceve molti premi e nel 2007 per i cinquant’anni di lavoro, la Permanente di Milano gli dedica una mostra omaggio.
Per sommi capi bisogna dire che Marrocco è un artista che iniziando con l’informale negli anni ’50 si è trasferito a Milano continuando la sua ricerca nell’ambito dell’Arte programmata e cinetica. Poi, dopo l’esperienza dell’Art Terminal si è dedicato al Nouveau Realisme, passando negli anni ‘70 alla natura e all’antropologia che lo fa arrivare all’Arte genetica.
Nel 2010 è presente alla Biennale Architettura di Venezia con Pietra e Messaggio, nel 2012 a Colonia; dagli anni 2014-2015, le due gallerie che lo presentano ora a Catanzaro, hanno messo in atto grandi esposizioni a Milano.
Il percorso espositivo si apre con le opere bidimensionali Intrecci del periodo dell’Arte programmata e Cinetica, lavori molto conosciuti che sono quasi sculture con materiali molto semplici come legno, tele cartone bianco e ondulato.
Queste opere hanno una cromia monocromatica come rosso, azzurro, giallo e oro. L’artista li chiama Rm rosso Marocco, Gm giallo Marocco, che danno alle opere una notevole matericità pittorica con un vero rigore spaziale. Al Marca ci sono alcune fotografie e video che mostrano la sue performances. In esposizione anche una grande opera molto particolare, Giardino Ludens, che è un prato formato da 25 molle in acciaio armonico dove il pubblico può entrare e interagire con l’opera stessa, performance che era stata mostrata al Parco Sempione di Milano nel 1970 e mai più riassemblata e proposta al pubblico.
Questo nuovo ciclo messo in atto dal Marca promette di essere molto interessante.
Savina Fermi