Al Teatro Delle Muse di Roma, fino al 12 febbraio, è in scena un classico napoletano, la commedia di Eduardo Scarpetta, rivisitata da Geppi Di Stasio, che ne cura anche la regia, Cani e Gatti, che vede protagonisti, come sempre, il trio di successo Wanda Pirol, Rino Santoro e Geppi Di Stasio.
Al Teatro Delle Muse di Roma, fino al 12 febbraio, è in scena un classico napoletano, la commedia di Eduardo Scarpetta, rappresentata per la prima volta nel 1901 e rivisitata da Geppi Di Stasio, che ne cura anche la regia, Cani e Gatti. Come sempre protagonisti principali, il consolidato trio formato da Wanda Pirol, Rino Santoro e lo stesso Geppi Di Stasio, validi ed esperti maestri di interpretazione dei classici napoletani.
Cani e Gatti è una delle più divertenti commedie del grande Scarpetta, ancora di sorprendente attualità, tanto che l’adattamento di Geppi Di Stasio è più attualizzato, subendo uno spostamento d’epoca e di contesto, confermando ancora una volta la validità del teatro di grande tradizione napoletana. In un momento come quello che viviamo, dove il matrimonio fra i giovani è sempre più in crisi, questa pièce racconta con umorismo ed ironia come un’anziana coppia di coniugi, felicemente sposata da anni, è costretta, loro malgrado, a fingersi in continua lite per dimostrare alla loro figlia, da poco sposata e perennemente in litigio con il marito, quanto sia dannoso e pericoloso litigare a causa della sua eccessiva gelosia.
Gli ingredienti di Cani e Gatti sono l’infedeltà, il tradimento, vero o falso che sia, vita coniugale e corteggiamento. La vita familiare di Ninetta e Felice (gli ottimi e convincenti Roberta Sanzò e Geppi Di Stasio) è un inferno da un po’ di tempo, anche se sposati da poco, per l’eccessiva gelosia di lei.
I due, decisi più che mai questa volta a separarsi, intendono dirlo ai genitori di Ninetta, Raffaele e Rosina (nelle magistrali interpretazioni di Rino Santoro e Wanda Pirol), felicemente sposati da più di vent’anni, senza litigi, senza mai uno screzio, insomma un vero esempio di pace coniugale e fedeltà. Così loro due, venendo a sapere delle brutte intenzioni della loro figlia e del marito, fingono di litigare, su suggerimento dell’avvocato Michele Stoppino (Giuseppe Vitolo), per cercare di far cambiare idea alla ragazza, facendole capire quanto sia brutto vivere senza amore.
Tra risse verbali, vere e finte, equivoci e personaggi divertenti, s’inseriscono altri personaggi di puro stile scarpettiano, rivisitati in chiave moderna.
Lo spettacolo alla fine risulta piacevole, consente di distrarsi e nel contempo di riflettere su dinamiche non rare nella vita quotidiana, ma sempre con leggerezza.
Il testo propone giochi di parole, divertissement, sottolineati dalla cadenza napoletana dei protagonisti, spesso caricature di personaggi comuni (come Raimondo e Antonino, interpretati dal sempre bravo Antonio Lubrano, Donna Lucrezia, interpretata dallo stesso Geppi Di Stasio, la divertente cameriera Teresina, interpretata da Susy Pariante).
Gran parte dell’efficacia dello spettacolo è dovuta alla preparazione degli attori, una vera compagnia teatrale, in un’epoca priva di veri grandi interpreti. Come sempre Geppi Di Stasio si è circondato di un gruppo di attori di alto livello, tutti degni di citazione: Gabriele Guarino, Carlo Badolato, Clara Molino, Alida Tarallo.
Come sempre il trio Wanda Pirol, Rino Santoro e Geppi Di Stasio risulta vincente e richiama una delle vocazioni del teatro molto nobile: distrarre e far sorridere il pubblico di vero gusto, allontanando per due ore le preoccupazioni quotidiane, cosa non da poco al giorno d’oggi. Sicuramente da vedere, imperdibile.
Giancarlo Leone