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Incontro con Eleonora Belviso di Restate scomodi

Nel pomeriggio di Radio 1 Rai spicca un programma che vale veramente la pena di ascoltare, per le tematiche che affronta e per il modo come le sviluppa, si tratta di Restate scomodi. Visum ha incontrato la co-conduttrice Eleonora Belviso.

Eleonora Belviso, co-conduttrice di Restate scomodi su Radio 1 con voce garbata e sagacia professionale vanta nel suo curriculum un’ esperienza a Radiodue 3131. Visum l’ha incontrata.

 

Eleonora Belviso di cosa si occupa il programma?
“Il programma si occupa di piccole e grandi storie. Piccole perché la nostra intenzione è di partire dalle storie delle singole persone, storie che però possano diventare emblema di una situazione del paese, della contemporaneità del nostro paese. Sono storie che spaziano da criminalità organizzata, disabilità, pari opportunità. Dedichiamo molto tempo anche al tema dell’emigrazione con tutto quello che ne consegue perché i nostri ascoltatori (che ci contattano tramite sms) spesso contestano la nostra attenzione a questi temi. Si richiede maggiore attenzione alla povertà che stanno vivendo gli italiani”.
“Si creano così delle distanze che per noi invece vanno colmate perché la nostra attenzione è per la povertà che vive il nostro paese gli italiani) ma anche per questa emergenza, non vogliamo chiamarla emergenza, ma questa epocale situazione dei migranti che continuano ad arrivare e che fuggono da guerre, da paesi dove i diritti umani non vengono rispettati”.

Chi sono i vostri ospiti?
“La caratteristica del programma è che è un programma con pochi esperti. Normalmente siamo abituati ad ascoltare l’esperto di legge, l’esperto di scienza, noi invece abbiamo lo
scienziato, abbiamo la persona che è incappata in problemi legali, abbiamo i protagonisti delle storie. Questa è proprio la caratteristica del programma: dare voce a chi attraversa
la contemporaneità e quindi può testimoniare dei problemi del paese”.

Dove trovate queste storie?
Ci serviamo anche di tanta stampa locale perché andando a curiosare nei quotidiani locali si scoprono tante realtà che sfuggono alla stampa nazionale e che invece, giustamente approfondite, rivelano una ricchezza di temi che vanno affrontati, che vanno approfonditi. Quindi grazie anche al supporto dei giornalisti della stampa locale ma che ci danno il ‘la’ per andare ad analizzare situazioni che avremmo altrimenti trascurato. Quindi spesso abbiamo protagonisti, può essere il preside di una scuola, può essere un medico che si occupa di disabilità, può essere il disabile. Abbiamo avuto ospiti, tante volte, dei disabili che lottano per i diritti delle persone che hanno appunto disabilità. Quindi c’è l’attenzione veramente alle vite vissute”.
Buona radio da Raffaele Vincenti

Potete ascoltare l’intervista di seguito premendo il tasto play ►

Raffaele Vincenti: Laurea in Sociologia. Dal 1972 al 2012 dipendente Rai: TV, Radio e ultimi 12 anni alla Direzione Teche. Ha pubblicato La prima volta del telefono (La storia del 3131 dal 1969 al 1995) Eri 2009 e Cento voci dall'Italia (I documentari e le inchieste di Radio Rai dal dal 1945 al 2011) Eri 2011. E' autore di articoli sulla radio in varie pubblicazioni. Per i 90 della radio (2014) ha scritto Intervista impossibile a R.Hertz e rappresentata in teatro con M. Mirabella. Tiene corsi di Storia della Radio alla Facoltà di Sociologia di Roma.