Al M.A.X. Museo di Chiasso (Svizzera) dal 5 febbraio al 7 maggio 2017 una grande particolare esposizione omaggerà Johan Joachim Winckelmann (1717-1768) in occasione dei trecento anni dalla nascita, grande studioso di arte antica attraverso uno dei suoi testi più importanti in due volumi “Monumenti antichi inediti”. Organizzata dallo stesso museo col patrocinio del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è curata da Stefano Ferrari vicepresidente dell’Accademia Rovetana degli Agiati e da Nicoletta Ossana Cavadini direttrice del museo stesso.
Indubbiamente è una mostra particolare poiché fa omaggio a uno dei più importanti raffinati studiosi tedeschi di arte classica, vissuto a Roma come bibliotecario del Cardinal Albani e soprattutto a un suo testo meno noto “Monumenti antichi inediti” che inerisce gli oggetti dell’antico cioè bassorilievi, opere d’arte, suppellettili, vasi e gemme.
Quest’opera è l’ultima che Winckelmann ha scritto prima di essere assassinato a Trieste al rientro in Italia dalla Germania dove si era recato nel 1768, e quindi risulta tra quelle meno studiate. Tutta la mostra gira attorno a questo testo che editato nel 1767 in due volumi fu poi ripetuto a Napoli nel 1823. Il M.A.X. Museo possiede 208 tavole incise e in mostra oltre a queste, ci sono 20 matrici in rame, 14 prove di stampa all’acquaforte ritoccate a bulino.
Completano l’esposizione tre reperti archeologici prestati dal Museo Archeologico di Napoli, nonché una gemma incisa dove Zeus fulmina di giganti, un rilievo in marmo bianco con Paride e Afrodite e un lacerto di pittura della Casa di Cipius Phamphilus rinvenuto a Pompei.
Una sezione particolare è dedicata ai Ritratti incisi di Winckelmann eseguiti dai suoi amici provenienti dalla Biblioteca A.Saffi di Forlì e un dipinto ad olio di Angelica Kaufmann.
Ma l’interesse maggiore è rivolto alla fortuna critica che i testi di Winckelmann hanno avuto per lo studio dell’arte antica classica nei quali ben si inseriscono i due volumi di “Monumenti antichi inediti”. Questa sezione vedrà una selezione di incisioni e volumi a tema, che il grande studioso in un primo tempo non aveva approvato considerandoli “musei di carta” e che in seguito aveva considerato paritari e necessari agli scritti.
Dopo la sua violenta morte, i suoi seguaci hanno considerato il genere che unisce testo e immagini, l’unico modello possibile di storia dell’arte.
Una mostra particolare ma decisamente di grande interesse storico artistico.
Anna Camia