Fra le diverse manifestazioni tese a celebrare il bicentenario dell’arrivo a Parma della duchessa Maria Luigia d’Austria, dopo il famoso Congresso di Vienna, è interessante menzionare anche la mostra storico-documentaria presso l’Archivio di Stato (in strada D’Azeglio 45, Parma) intitolata: “Parma: un Ducato al centro della politica internazionale. Il Congresso di Vienna: progettare l’Europa” e che è fruibile dal pubblico fino al 28 febbraio 2017.
E’ una manifestazione decisamente sui generis, che permette visitatore di scoprire, scorrendo i diversi materiali esposti, quanto sia stato significativo e forte il ruolo avuto dal Congresso di Vienna (1814-1815). Un momento focale per la storia europea che tutti conoscono anche solo per averlo studiato a scuola, ma è qui attraverso questi documenti che emerge lo spirito che ha guidato questo evento, arricchito dalle anime dei diversi Stati che ne presero parte. L’impatto emotivo è intenso e permette di delineare con maggiori dettagli quello che sarà il futuro dell’Europa, sottolineando ulteriormente l’importanza di questo Congresso, che ha cambiato politicamente e giuridicamente la storia del “Vecchio Mondo”.
La mostra curata da Marzio Dall’Acqua e da Mario Palazzino, in collaborazione con Antonella Barazzoni e Lucia Togninelli si divide in due parti ben distinte, in una sono esposti documenti tesi a mostrare le caratteristiche degli Stati (Parma, Piacenza e Guastalla) che Maria Luigia governava, nell’altra invece sono esposti i documenti prodotti dal Congresso di Vienna oltre alle lettere che i sovrani europei come lo zar, i re di Francia, Spagna, Prussia, Svezia, il Papa etc… inviarono a Maria Luigia al momento della sua presa di possesso del ducato.
Nel momento stesso in cui Maria Luigia diventa duchessa improvvisamente Parma non è più un feudo legato agli altri, ma si evolve in Stato per giunta inserito in un contesto internazionale riconosciuto dalle grandi potenze, a conferma del “Trattato di Fontainebleau” firmato il 12 aprile 1814 da Napoleone e dalle potenze vincitrici che prevedeva all’articolo IV che il ducato di Parma, Piacenza e Guastalla fosse assegnato vita natural durante alla moglie, Maria Luigia d’Asburgo, e al loro figlio.
I libri di storia comunque riferendosi al Congresso di Vienna ne parlano sempre come tentativo di “restaurazione” da parte dei sovrani dello status europeo antecedente a Napoleone, ma al di là di questo aspetto e al di là dei diversi pregiudizi e inesattezze storiche, si evince chiaramente che questo Congresso ha gettato le basi per un processo di modernizzazione dell’Europa. Gli stessi sovrani e i loro rappresentanti in realtà mostrano di essere stati influenzati dalle idee di Napoleone, è così che, come dimostra la documentazione, per garantire la pace e l’equilibro fra le nazioni, sono trattati diversi temi: dalla definizione dei confini in termini cartografici nuovi, al sistema postale, alla navigazione internazionale dei fiumi, anche del Po, con l’energia del vapore, alle ferrovie, al telegrafo, al diritto d’autore e alla circolazione di opere letterarie e artistiche.
Scorrendo i tratti eleganti che vergano i diversi scritti e documenti di natura internazionale si evince l’intento unanime dei partecipanti al Congresso di Vienna di garantire una pace duratura in Europa dopo circa 20 anni di guerre, attraverso decreti e trattati fra gli stessi Stati partecipanti ed è da qui che nasce la seconda parte del titolo ossia “Il Congresso di Vienna: progettare l’Europa”. E’ la prima volta che gli Stati europei si incontrano per cercare di mettere fine ad un periodo estenuante di guerre e per discutere e trovare una soluzione valida per tutti, un concetto importante che nonostante il tempo è ancora oggi applicato e che ha portato alla nascita nel 1945 delle Nazioni Unite.
Federica Di Bartolo