Dopo il successo degli spettacoli degli ultimi anni (come Un marito ideale e L’impresario delle Smirne), Valentina Sperlì, Roberto Valerio, Michele Nani, Massimo Grigò e Carlotta Viscovo tornano a lavorare insieme con Casa di bambola, allestimento del celebre dramma di Ibsen andato in scena alTeatro Vascello.
Scritto da Henrik Ibsen nel 1879, Casa di bambola è un testo complesso e seducente che racconta il percorso evolutivo della vita di una donna. Madre di tre bambini e moglie dell’avvocato Torvald Helmer (Roberto Valerio), che la considera alla stregua di un grazioso e vivace animale domestico, Nora (Valentina Sperlì) è una donna che si comporta come una bambina capricciosa. Infantile e superficiale, gioca e si diverte tutto il giorno, rabbuiandosi per i più futili motivi.
Ricattata da Krogstad (Michele Nani) a causa di una firma falsa e di un prestito illecito contratto per salvare la vita del marito, Nora scoprirà presto di aver attribuito a Torvald un ideale di perfezione che in realtà non gli appartiene affatto. Se fino ad allora Nora sembrava felice di vivere in questa gabbia familiare, improvvisamente emerge in lei la consapevolezza di essere sempre stata come una bambola nelle mani prima del padre e poi del marito, costretta a vivere nel sortilegio dell’infantilismo e dell’inettitudine. Di qui, il desiderio di sottrarsi ai vincoli che la tengono in scacco e di rinascere avviando un cammino doloroso e pieno di insidie verso la maturità.
I personaggi si muovono in uno spazio scenografico essenziale e sghembo che, oscillando tra il sogno e la veglia, si fa onirico: una scenografia che è perfetta metafora del dramma esistenziale della protagonista. La tragicità dell’opera è concentrata nel finale, la cui ambiguità non lascia capire fino in fondo qual è il destino di Nora: sarà davvero capace di accogliere pienamente il cambiamento avvenuto dentro di lei e rifondarsi in una nuova esistenza? Allo spettatore non è dato saperlo.
Con Casa di bambola Roberto Valerio offre una nuova e attenta rilettura di un grande classico che – spogliato dalle convenzioni borghesi ottocentesche – dimostra di essere un’opera di una grande e complessa modernità capace di parlare anche al mondo contemporaneo. Un dramma magistralmente interpretato da un cast di ottimo livello, in cui spiccano soprattutto le performance di Valentina Sperlì e Roberto Valerio.
Barbara Lo Conte