Subito dopo San Remo il 13 e 14 febbraio, come dono di San Valentino è in arrivo la coinvolgente miniserie di Raiuno C’era una volta Studio Uno, il film di Riccardo Donna prodotto da Lux Vide in collaborazione con Rai Fiction, presentato oggi a Roma in Rai, nel Salone degli Arazzi di viale Mazzini.
Per i più âgée, sarà un gradito, nostalgico ritorno ad un tempo in cui, una trasmissione come Studio Uno, ha veramente offerto un cambiamento epocale nella maniera di fare televisione. Un periodo magico in cui gli italiani il sabato sera avevano libero accesso ai sogni con il varietà più innovativo della Rai Anni Sessanta, quello che lanciò la voce indimenticabile di un’artista internazionale come Mina, e che fece fantasticare tutti i maschi dai quindici agli ultraottantenni, ammirando la perfezione delle lunghe gambe inguainate di nero delle sorelle Kessler che tornavano a ballare con le Bluebelle Girls.
Tinni Andreatta, direttore di Rai Fiction ha esordito dicendo che “A cinquantasei anni di distanza la Rai celebra un programma che ha fotografato un’epoca. Ecco così la cinquecento, gli elettrodomestici e le nuove professioni a cui le donne si affacciavano. Ed il cuore di questo racconto è quello del varietà del sabato sera, che irrompe prepotentemente nella casa di tutti gli italiani, coinvolgendoli, commuovendoli, facendoli sognare”.
“E non solo – riprende Andreatta – perché dietro le quinte infatti c’è la linea narrativa, quella di Falqui, Sacerdote e di Ettore Bernabei. E c’è il racconto delle tre ragazze, che hanno delle debolezze ma anche la ferma volontà di voler entrare nel progetto che riguarda il futuro della Rai, il tutto tratteggiato con grande sapienza narrativa”.
Dal canto suo il regista Riccardo Donna, autore tra l’altro di lavori come Le ragazze di Piazza di Spagna, Padri, Raccontami una storia, Questo piccolo grande amore e Come fai sbagli, tanto per citarne alcuni , sottolinea di “essere nato con la televisione, alla Rai. È stato come girare un film su casa mia. Quando Falqui ha inventato Studio Uno io non c’ero ancora, ma credo che le cose siano andate proprio così. Un back stage del passato che ho fatto con una ricostruzione scenografica e dei costumi. Descrivendo poi sogni e aspirazioni dei giovani che arrivavano alla Rai pieni di speranza”.
Figlia di Ettore, il dg mito di quegli anni, Matilde Bernabei, che ha coprodotto la miniserie insieme al fratello Luca, confessa “ Questa fiction mi è particolarmente cara. Allora avevo solo sette anni. E, come tutti i bambini, andavo a letto dopo Carosello. Solo qualche volta, riuscivo a sgattaiolare dietro il divano per vedere qualche immagine di Studio Uno di cui sentivo sempre parlare. Implorai mio padre perché mi portasse alle prove. Una volta mi ci portò, dandomi il senso che lavorando tanto, in qualche modo, c’era la possibilità che i sogni diventassero realtà”.
Bellissima, questa miniserie, che ci ha coinvolto personalmente, perché anch’io, quando sono arrivata in Rai, prima di essere assunta, ho vissuto esattamente le stesse speranze, aspettative, illusioni e …disillusioni, che ho amato tutte intensamente per tanti anni.
Vi consigliamo di non perdere il 13 ed il 14 febbraio in prima serata su Raiuno, C’era una volta Studio Uno, con Alessandra Mastronardi, Diana Del Bufalo, Giusy Buscemi, Edoardo Pesce, Domenico Diele, Andrea Bosca, Gianmarco Saurino, Giampaolo Morelli, Simone Gandolfo, Enrico Ianniello, ed Antonello Fassari per ritrovare, assieme ai giovani protagonisti, sogni e speranze strettamente intrecciati con la storia di un Paese in pieno boom economico coniugato con lo scintillante mondo dello spettacolo e della televisione.
Mariangiola Castrovilli