Con il titolo “Tre Civette sul comò Civettarte” la meravigliosa Casina delle Civette di Villa Torlonia a Roma è piacevolmente invasa da 67 opere di artisti e artisti-artigiani, che si sono espressi ciascuno con il proprio linguaggio dando vita a questo ambivalente uccello notturno particolarmente amato da Giovanni Torlonia Junior che ha fatto costruire tra il 1908 e il 1920 quest’immobile da favola. Nata da un’idea della curatrice Stefania Severi è stata accolta con grande favore dalla co-curatrice e direttrice del Museo Maria Grazia Massafra. Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale, Sovrintendenza Capitolina, ha un catalogo edito da Edilazio Roma.
Quest’esposizione conta 67 opere specificatamente realizzate per la Casina delle Civette tutte dedicate a questo animale notturno molto ambivalente, dedicato dai Greci ad Atena con un significato positivo, considerato negativamente nel Medioevo e ancora tutt’oggi per alcuni raffigurante il solo buio e quindi la morte, noto già dai tempo del paleolitico come dimostrano i graffiti rinvenuti in Francia.
Giovanni Torlonia Junior ha fatto costruire tra il 1908 e il 1920 questa Casina da favola che all’interno conserva le vetrate di Duilio Cambellotti, artista del periodo cosi detto Liberty. Egli amava incondizionatamente quest’animale tanto che tutti gli arredi portavano l’impronta di quest’uccello. Andati purtroppo perduti ora la piacevole invasione di quest’esposizione li ha riportati fino al 30 aprile 2017 a arredare nuovamente le stanze e la dépendance.
Le opere esposte non sono solo di artisti italiani ma coinvolgono l’Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Giappone, Grecia, Iraq, Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Spagna, che ne sono anche promotori. Il tutto nasce dall’idea della curatrice, storica dell’arte, Stefania Severi che dal 1980 ha una collezione di civette portata alla luce da un’amica giornalista in un suo articolo.
Così la Severi ha personalmente coinvolto tutti gli artisti e gli artigiani che con una loro opera hanno celebrato quest’animale notturno. I 67 partecipanti si sono espressi mediante il loro linguaggio artistico e per questo sono rappresentate non solo le opere di pittura, scultura, ceramica, vetro, mosaico, video, cartapesta, affresco, legno, tessitura, bronzo, polimaterici, ma persino due abiti da sera ispirati al tema, un aquilone, un capello e un giocattolo d’artista essendo il museo anche sede di arti applicate.
Parlare di tutti è impossibile, ma non si può fare a meno di citare la scultura in gesso molto sintetica di Raffaele Della Rovere che nella sua arte si rifà alle teorie greche del kouros, della nike e dell’apérion, tradotti nel contemporaneo o, Vittoria Ciampi artista ben nota per la sua mostra in loco curata da Claudio Strinati, o i due giapponesi, uno che si esprime con la carta Kozo e l’altro con gli origami.
Bartolucci con il suo affresco, Ezio Flammini maestro della cartapesta, il libro d’artista di Vittorio Fava, il vetro alto due metri della De Angelis, la Civetta su specchio di Paolo Hermanin, e quella di Maurizio Colombo, la scultura in bronzo della tedesca Helga Sauvageot, la vignetta di Lucio Trojano, logo dell’esposizione, e si dovrebbe, potendo, ancora continuare. Tutte realizzazioni molto interessanti che rendono in modo piacevole la figura di questo animale che tutt’ora alcuni considerano portatore di disgrazie.
La mostra è anche corredata da eventi a titolo gratuito che interessano grandi e piccoli da febbraio alla fine di aprile.
Emilia Dodi