La Fondation Beyeler celebra il suo ventesimo anno dedicandolo al più noto artista del periodo impressionista, Claude Monet, presentando 62 opere non solo appartenenti alla sua collezione ma con prestiti dei più importanti musei del mondo e di collezionisti privati. E’ messa in luce tutta la ricerca di Monet e non solo quella del suo ultimo periodo. E’ una festa di luce e colori che riguarda i suoi magnifici paesaggi mediterranei, quelli atlantici, la Senna, le sue cattedrali dipinte nelle varie ore del giorno, il periodo inglese con la nebbia, Giverny e le sue ninfee. Le opere riguardano il periodo post 1980 fino al XX secolo. E’ aperta dal 22 gennaio al 28 marzo 2017.
Festeggiare il ventennale con una mostra di Claude Monet non è da tutti, la Fondation Beyeler che conserva molte opere del Maestro francese, in questo caso ha ottenuto prestiti da tutto il mondo. Per citarne solo alcuni il Musée d’Orsay di Parigi, il Pola Museum giapponese, il Metropolitan Museum di New York e l’Art Institute di Chicago, nonché 15 opere di collezione privata.
L’esposizione mette il punto sui suoi celebri colori e sulla luce che era il maggior interesse dell’artista anche dopo il suo periodo impressionista. Dipingere la luce del Mediterraneo, dell’Atlantico, dei luoghi nelle varie ore del giorno come ha fatto nel ciclo delle cattedrali, o nel suo secondo soggiorno a Londra dove i famosi ponti vengono dipinti sotto la nebbia, i paesaggi che cambiano effetto durante le ore del giorno e nelle diverse stagioni, fanno comprendere la grandezza della sua arte. La mostra si presenta per sezioni tematiche, iniziando con le sue rappresentazioni della Senna e in mostra c’è il ritratto della seconda moglie Alice Hoschedè seduta sulla riva della Senna nel giardino di Vetheuil. La seconda sezione celebra i famosi alberi dipinti con luce differente che Ernst Beyeler aveva celebrato con una rassegna nel 1998, dove si nota l’influsso della grafica giapponese che imperava al tempo.
Il Mediterraneo con i suoi colori è stato molto importante per Monet che ha dipinto anche in Italia come si evince da molte opere tra le quali quelle che rappresentano Bordighera, altrettanto di grande importanza sono quelle dipinte in Normandia di fronte all’Atlantico, che sono oggetto di una nutrita sezione a parte, come si vede nella sequenza della casupola del doganiere dipinta in varie ore del giorno.
All’artista interessava oltre alla luminosità della natura la superficie pittorica più che il soggetto. Infatti non lo interessava tanto il motivo ma ciò che era tra lui e il motivo stesso. Monet credeva che non si dovesse fare distinzione fra senso e intelletto ma dover identificarsi col soggetto per giungere alla conoscenza. Questo assunto è stato la base dell’espressionismo fino ad arrivare alla pittura informale.
Altro importante tema è stato quello di come rendere le ombre. Il suo amore per Londra lo si ritrova nei dipinti dei ponti e del Parlamento sotto la nebbia, quasi a celebrare il grande artista inglese Turner.
Il periodo tardo di Monet è tutto dedicato alle ninfee e al suo giardino alla giapponese di Giverny e nell’esposizione ne sono mostrati alcuni esemplari di proprietà della Fondation Beyeler.
La mostra è sostenuta da Beyeler-Stiftung HanjörgWyss-Fondation Novartis.
Questa ricchezza di opere getta una nuova luce sul lavoro dell’artista facendo comprendere al meglio tutta l’evoluzione della sua ricerca dal 1880 al 1925.
Emilia Dodi