Anyone who had an heart….cantava Dionne Warwick facendoci buchi nel cuore. Come li fa il poetico La marcia dei pinguini2, il richiamo, di Luc Jacquet dodici anni dopo averci fatto innamorare dei pinguini imperatori ne La marcia dei pinguini, un avventuroso, dolcissimo documentario, pieno di immagini così emozionanti che sono ancora nei nostri cuori.
Ma non solo nei cuori degli spettatori, perché nel 2006 il film portò a casa l’Accademy Award per il miglior documentario. Ed ecco oggi Luc Jacquet regalarci un lavoro ancora più toccante, perché ci coinvolge nel seguire il primo viaggio di un cucciolo di pinguino, che segue, in una missione impossibile in Antartide, durante una lunga, estenuante e pericolosa marcia avventurandosi, insieme ai suoi simili, in luoghi dove nessuno riuscirebbe a sopravvivere.
Le riprese poi sono assolutamente straordinaria, girate in 4K, con le ultime attrezzature tecniche che, avvalendosi anche dei droni, hanno permesso al regista di effettuare e regalarci scene mozzafiato dell’Antartide, come non l’avevamo mai visto. Con lui Laurent Ballesta e Yanick Gentil, bravissimi subacquei che sono riusciti a riprendere, sotto i ghiacciai, la metamorfosi e l’incredibile grazia nell’acqua, del pinguino imperatore.
Il primo documentario del 2005 La marcia dei pinguini, come ricorderete era sulla migrazione che il pinguino imperatore affronta per riprodursi. Il fascinoso commento in inglese era allora di Morgan Freeman, che qui in Italia era stato affidato a Fiorello. Quello di quest’anno che voi ascolterete in sala con la Notorius Picture dal 23 febbraio, si avvale della conosciutissima e caramellosa voce di Pier Francesco Diliberto, in arte Pif, che però qui stona così piena di captatio benevolentiae e di richiami etnici, da diventare fastidiosa.
Luc Jacquet, le emozioni di questa straordinaria esperienza a 144 mesi di distanza…
“Diciamo che dodici anni dopo ho ritrovato i pinguini imperatori durante la spedizione Wild-Touch Antarctica. Ma, parlandone sempre e dovunque, si erano quasi trasformati in un’idea astratta. La mia preoccupazione era che l’immagine che me ne ero fatto avesse superato la realtà. Ed invece si è rivelato l’esatto contrario! Che felicità rivederli, sono molto più belli di come li ricordassi”.
E …?
“Mi sono reso conto che essere in contatto con loro, non significa solo osservarli, ma è un vero incontro. Infatti si mostrano amichevoli verso di noi e questo è molto raro. Perché noi siamo dei predatori e gli animali, rendendosene conto ci sfuggono. Mentre i pinguini invece ci tollerano. Anzi sono curiosi, si avvicinano…sono veramente animali particolari”.
Affascinante avventura?
“Quello di passeggiare sulla banchisa, di essere raggiunto da un pinguino e di aver condiviso con lui una parte del tragitto. Ed è un privilegio immenso poter vivere questo momento con voi… e di continuare l’avventura…”.
Mariangiola Castrovilli