Mentre la Berlinale prosegue il suo cammino verso l’Orso d’Oro, Rai Fiction ne approfitta per presentare ai giornalisti rimasti le fiction ed il dopo fiction di prossima programmazione sulle varie reti. Oggi, a Viale Mazzini c’è stato il lancio de La porta rossa, sei nuove prime serate su Raidue, a cominciare dal 22 febbraio, ad alto tasso adrenalinico.
Carlo Lucarelli e Giampiero Rigosi sono gli autori di questo difficile percorso investigativo del commissario Leonardo Cagliostro(Lino Guanciale), che va oltre la vita. E sì, perché il commissario è morto, con due vigliacchi colpi alle spalle durante un’operazione antidroga. Ma, dopo qualche secondo Cagliostro si tira su. Esisterà, sì, per trovare il proprio assassino e proteggere la moglie Anna(Gabriella Pession), ma solo esistendo in una nuova dimensione.
“Sei prime serate che si consumeranno nell’arco di un mese, il mercoledì con raddoppio il venerdì per le prime due settimane, e solo il venerdì, nelle ultime due, proprio per fidelizzare il pubblico– dice il direttore di Raidue www.raidue.rai.it Ilaria Dallatana – e La porta rossa, pur essendo un fantasy è credibile, nonostante il protagonista sia un morto. Trieste poi è una coprotagonista importante e presente, con questo aspetto freddo e bluastro, che ti vien voglia di andare a conoscerla. La trama poi ti prende e non ti lascia più e direi, che un altro motivo d’interesse, oltre la modernità, è la stratificazione dei generi”.
Il protagonista, Lino Guanciale a cui anche Marilyn avrebbe dato volentieri un secondo sguardo, ha confessato che quando ha letto il copione è rimasto colpito, infatti: “ho scoperto che morivo a pagina 2. Andando avanti però ho capito che sarebbe stato molto più complesso. Già mi immaginavo le molteplici difficoltà sul set. Ma proprio questo è stato molto stimolante. Così abbiamo trattato il fantasma come se ci fosse davvero, e, con questo handicap, ho cercato di essere più presente possibile sul set, dove venivo puntualmente ignorato”.
Gabriella Pession nelle vesti di Anna la sua vedova dice che: “La perdita di questa persona viene raccontata sottovoce, senza toni melodrammatici. Certo, quello che più mi ha colpito, è stato che il protagonista morisse nella prima scena. E, questa serie, la vedo come una discesa agli inferi di questo personaggio. La morte che azzera tutto. Un percorso a ritroso. Ma la morte, può essere un dono. Per ricostruire una spiritualità”.
L’autore, Carlo Lucarelli spiega che in questa storia ce ne sono tante altre, un po’ come le scatole cinesi. “E’ stato un viaggio interessante e complicato. Siamo partiti da una detective story, per passare al fantasy, trattando quindi la storia d’amore ed i problemi adolescenziali. Siamo così arrivati al noir per coniugarlo con realismo e fantasy. La cosa più difficile però è stata quella di trovare un equilibrio. E capire cosa succede dopo la morte. Scoprire chi è il colpevole e perché. La nostra convinzione è che ci siamo riusciti. Per me è stata una cosa diversa da tutto quello che ho fatto prima. Confesso però che sono curioso di scoprire come verrà accolta questa serie”.
Il regista Carmine Elia ha infine dichiarato che ne “La porta rossa c’è stato un gran lavoro con gli sceneggiatori e con la Rai. Volevo creare una cosa vera, non un cartone animato. E, lavorando con un gruppo di attori che ha dato tutto, è stato veramente un gioco da ragazzi”.
Mariangiola Castrovilli