Al Teatro Dell’Angelo di Roma, fino al 12 marzo, è in scena il remake teatrale di Antonello Avallone, regista e attore dello spettacolo, della versione cinematografica di Alfred Hitchcock, che nel 1954 l’ha reso un classico dei film gialli, Delitto perfetto, opera di Fredrick Knott del 1952.
Al Teatro Dell’Angelo di Roma, fino al 12 marzo, è in scena il remake teatrale di Antonello Avallone, regista e attore dello spettacolo, della versione cinematografica di Alfred Hitchcock, che nel 1954 l’ha reso un classico dei film gialli, Delitto perfetto, opera di Fredrick Knott del 1952.
La trama proposta a teatro da Avallone è fedele al testo originario e al film e si svolge interamente in un’abitazione della Londra borghese.
Margot è una donna ricca in crisi coniugale e per questo motivo da alcuni mesi ha una relazione extraconiugale con Mark Halliday, scrittore americano di libri gialli. Il marito, Tony Wendice, ex campione di tennis, ora nullafacente, che vive alle spalle della moglie, scopre il tradimento e vuole sbarazzarsi della moglie, uccidendola. Così ricatta un suo ex compagno di università per mettere in atto l’omicidio della moglie.
Tutto sembra perfettamente organizzato e pianificato, ma un imprevisto fa saltare i piani di Tony, così bene messi a punto: Margot, prima di andare a dormire, aveva lasciato un paio di forbici sulla scrivania e con queste sarà lei ad uccidere il sicario assoldato dal marito, che la voleva strangolare. Andato a monte il piano, Tony fa ritorno a casa, sul luogo del delitto, cercando di inquinare le prove, facendo ricadere la colpa sulla stessa moglie che verrà accusata e condannata a morte. Ma sarà la chiave di casa, confusa con quella dell’assassino, a far sì che la moglie non debba più scontare la condanna a morte, grazie all’astuto intervento dell’ispettore Hubbard di Scotland Yard.
Bisogna dare atto ad Antonello Avallone di aver realizzato un’ottima, attenta ed accurata regia, confrontandosi questa volta, come spesso gli accade con altri registi cinematografici, con un classico di Alfred Hitchcock, che vedeva protagonisti attori del calibro di Grace Kelly, Ray Milland e Robert Cummings.
Anche se la trama risulta ormai superata, per via delle indagini moderne negli Anni ’50, ma ormai vetuste, lo spettacolo riesce a galvanizzare lo spettatore sulla propria poltrona, rendendolo partecipe e avvinto fino alla fine, con il colpo di scena previsto nella pièce, come nel film giallo.
Altri elementi, poi, hanno contribuito al successo della trasposizione teatrale di Avallone: dialoghi molto serrati, la perfetta compenetrazione nel personaggio di Margot da parte dell’attrice Flaminia Fegarotti, dello stesso Avallone, nel ruolo del “cattivo” Tony Wendice, di Adriano Evangelisti nel ruolo di Mark Halliday.
Ottima anche l’interpretazione di Giuseppe Manfridi, nel ruolo dell’ispettore Hubbard di Scotland Yard, anche se alcune volte c’è stata qualche caduta nella sua tensione recitativa, dovuta al fatto, forse, di voler strizzare troppo l’occhio al “Tenente Colombo” di Peter Falk.
Delitto perfetto, un giallo da vedere, che sicuramente non deluderà il pubblico.
Giancarlo Leone