Enoch Arden. Naufragio per amore – Recensione

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Toccata e fuga. Solo per due giorni, al Palladium di Roma, Vanessa Gravina è stata la magistrale interprete del melodramma da camera, Enoch Arden. Naufrago per amore, che ha come sfondo il mare, con il suo cupo muggito, che incarna la natura profonda, ineluttabile, del destino. Ad accompagnare l’attrice al pianoforte, Tiziana Cosentino.

Toccata e fuga. Solo per due giorni, al Palladium di Roma, Vanessa Gravina è stata la magistrale interprete del melodramma da camera, Enoch Arden. Naufrago per amore, che ha come sfondo il mare, con il suo cupo muggito, che incarna la natura profonda, ineluttabile, del destino. Ad accompagnare l’attrice al pianoforte, Tiziana Cosentino.

 

Nato dalla penna del più illustre dei poeti vittoriani Lord Alfred Tennyson, Enoch Arden fu pubblicato come poema in versi nell’agosto 1864 riscuotendo un successo da vero best seller.
Richard Strauss riprese il poema alla fine del secolo nella traduzione tedesca di A. Strodtmann per farne un suggestivo melologo per pianoforte, interpretato e letto con molto sentimento e compenetrazione da Vanessa Gravina, da sempre non nuova a questi tipi di esperimenti.

 

 

Racconto ricco di emozioni, dolce e commovente, Enoch Arden racconta la storia di tre bambini di un piccolo porto della costa meridionale dell’Inghilterra.
Enoch (figlio orfano di un marinaio), Philip (il figlio di un mugnaio) ed Annie (la bimba più carina del villaggio) giocano sulla spiaggia tra i relitti del mare. Divenuti adolescenti, i due maschi s’innamorano entrambi della ragazza. Annie dei due sceglie Enoch, divenuto nel frattempo marinaio, e lo sposa. Però un giorno Enoch, da sempre attratto dal mare, s’imbarca per un lungo viaggio. Così nasce una storia sobria ma molto tormentata, con un sapore di leggenda, dove il mare diventa anch’esso protagonista.

Come sempre bravissima nella garbata lettura Vanessa Gravina, che ben si compenetra, presentandoci i personaggi come se li vedessimo realmente sul palco con lei, con le loro storie, i loro tormenti.

 

 

 

 

 

Il commento musicale di Richard Strauss, venato di suggestive inquietudini armoniche, a cura della musicista e pianista Tiziana Cosentino, fa di questo “melodramma da camera” un’opera di fortissimo impatto emotivo oltre che un’espressione perfetta del romanticismo europeo fin de siècle.
Un unico neo: peccato che questo gioiello di spettacolo è andato in scena solo due giorni. Meritava più spazio.

Giancarlo Leone

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