E’ in scena da martedì 21 marzo in “prima assoluta” al Teatro Golden un particolare spettacolo, un po’ diverso dagli altri in cartellone in questa attuale stagione che si sta concludendo. Si tratta di Tangentopoli, di cui ne sono autori Vincenzo Sinopoli e Andrea Maia, che ne cura, quest’ultimo, anche la sua prima regia. Interpreti principali Sebastiano Somma, nei panni del PM Antonio Di Pietro e Augusto Zucchi in quelli di Bettino Craxi. Visum ha incontrato il popolare attore napoletano.
E’ in scena da martedì 21 marzo in “prima assoluta” al Teatro GoldenTestro Golden un particolare spettacolo, intitolato Tangentopoli con Sebastiano Somma nelle vesti del pm Antonio Di Pietro. Visum l’ha intervistato.
Sebastiano, sono passati 25 anni da quando il pool di “Mani Pulite” entrò in azione. Perché questo spettacolo?
“Per scoprire realmente cosa è successo in quegli anni e come è cambiato il nostro Paese. Con questo spettacolo vogliamo ricordare come è nato quel sistema di corruzione. Uno spettacolo utile per i giovani – sottolinea l’attore – che non hanno vissuto quei momenti, ma anche per le persone che li hanno vissuti e vogliono riappropriarsi della politica. Vengono esaminate due figure che vengono da mondi diversi: Di Pietro da una famiglia contadina, Craxi da una famiglia ricca e borghese. Uno spettacolo di spessore”.
Come si è calato nei panni del PM Antonio Di Pietro?
“Bene, mi sono messo il mio bel vestito grigio di Eddy Monetti, che tra l’altro ha fornito tutti gli abiti per questo lavoro. Sto scherzando!! Di Pietro, allora, fu un po’ il paladino di tutti gli italiani, un personaggio – continua – che credeva fortemente nella giustizia, con la voglia che tutti dovevano essere puniti. Io non mi sono calato, come si dice, nell’uomo Di Pietro, ho solo studiato attentamente il personaggio dal di fuori, senza stravolgerlo con la mia personalità”.
Quanto lavoro c’è stato dietro prima di portare sul palco un lavoro così impegnativo?
“C’è stato molto lavoro dietro, di documentazione, di studio di ciò che è realmente accaduto, senza alterare i fatti, i passaggi storici, tante cifre da studiare. Mettiamo in scena un interrogatorio che mette in evidenza anche un confronto sul piano umano tra Di Pietro e Craxi, due personaggi intriganti ognuno con le proprie ambizioni”.
C’è chi dice che Craxi sia morto in esilio e chi pensa che sia morto latitante.
“Propendo per l’esilio. Lui è stato un po’ il capro espiatorio, si è fatto carico di tante responsabilità dell’intera classe dirigente, del Parlamento, dei politici. Di qui l’esilio. Sono rimasto colpito dalla sua onestà, pur essendo colpevole, con cui ha ammesso che tutti i partiti venivano finanziati in modo illegale. E’ stato l’unico politico ad ammettere le colpe, mentre gli altri, pur colpevoli”.
Come ne esce Craxi da questo lavoro?
“Seppur sconfitto, ne esce con dignità, con l’orgoglio di un uomo che ha fatto tanto per l’Italia”.
C’è un messaggio che vuole lanciare questo spettacolo?
“Sì, quello di non abbassare mai la testa. Guardare con orgoglio e dritte negli occhi le nostre avversità, confrontandosi e non scappando”.
Ha sempre interpretato spettacoli di prosa più o meno impegnati. Le piacerebbe interpretare un musical?
“Moltissimo. Mi piacerebbe interpretare Hair, un cult degli Anni70, sarebbe il sogno della mia vita. Ogni tanto mi sento, per sollecitarlo, con Massimo Romeo Piparo, regista e direttore artistico del Sistina. Quando gli chiedo di farmi lavorare in un musical, mi risponde sempre: ‘Abbi fede, troveremo l’occasione giusta’”.
Il capitolo televisivo è archiviato o rimandato?
“Per il momento è ‘parcheggiato’. In questo momento la tv non mi ha considerato per certi lavori di spessore. O meglio mi ha offerto dei ruoli minori, che non sentivo adatti a me. Credo molto alla televisione. Ma in attesa di ruoli più vicini alle mie corde attoriali – sottolinea – da anni ho intrapreso un valido percorso teatrale. Si sa, la popolarità in teatro è minore che in tv, ma sto avendo le mie soddisfazioni”.
E nel futuro di concreto c’è qualcosa che sta vagliando?
“Al momento no, però mi vedrete prossimamente al cinema. Nella prima settimana di maggio sarò nelle sale cinematografiche con My Italy, di Bruno Colella, una produzione italo-polacca, dove interpreto un omosessuale molto poetico ma anche comico. Da poco, poi, ho finito di girare in Toscana un altro film, che vedremo dopo l’estate, Mare di grano, di Fabrizio Guarducci, che mi vede protagonista con Ornella Muti e Paolo Hendel”.
Giancarlo Leone