Una delle cose che ci ha più colpito nell’interessante film di Giovanni Veronesi – prodotto da Paco Cinematografica insieme a Neo Art Producciones e Rai Cinema, che vedrete in sala dal 23 marzo con la 01 Distribution – è la fotografia, magica, incantata ed incantante. Soprattutto quando sorvola il Melacon, il lungomare dell’Avana, stupenda quinta in cui due ragazzi, fuggiti da un’Italia incapace di offrire ai giovani una vita migliore, riesce a comunicare, anche a quelli che l’Avana la conoscono, la voglia di viverci. Anche se poi, a ben vedere, ne si conoscono già luci ed ombre.
L’altra cosa interessante è che per la prima volta un film è tratto dall’omonima trasmissione radiofonica su Radio2 Rai, che il regista conduce quotidianamente dal 2014 – impegni permettendo – con un gruppo di amici e in cui, ha sempre intervistato ragazzi italiani che, in cerca di fortuna, avevano preso armi e bagagli e si erano trasferiti all’estero.
Le risposte, a volte sono state decisamente spiazzanti, mentre in altre faceva capolino un po’ di speranza. La cosa, poco per volta, gli ha dato sempre più la voglia di raccontarci in immagini queste sensazioni.
Filippo Scicchitano, Giovanni Anzaldo, Sara Serraiocco, Sergio Rubini e Nino Frassica sono gli attori, tutti splendidamente in parte, di Questo non è un paese per giovani, che abbiamo visto in occasione del lancio romano.
La storia è quella di Sandro (Filippo Scicchitano) e Luciano (Giovanni Anzaldo) che, con la speranza di una vita migliore, fuggono all’Avana dove intendono aprire un ristorantino con cibo italiano e, grazie alle nuove concessioni governative, con il valore aggiunto del wi fi, ancora poco diffuso sull’isola. Ad aspettarli all’aeroporto c’è Nora (Sara Serraiocco). Sara, proprio come il personaggio che interpreta, ha lasciato il Bel Paese per iniziare in America una nuova vita. “Sono una dei tanti giovani che ha deciso di trasferirsi all’estero e adesso vivo a Los Angeles, dove lavoro per una serie americana. Confesso che il mio paese mi manca. L’Italia non è un posto facile per i ragazzi, ma anche l’America con i suoi pro e contro, non è poi così facile…”.
“Personalmente resto qui perché sono affezionato alle birre chilometro zero” , interviene divertito Govanni Anzaldo. “A volte mi viene voglia di andarmene, ma il mio lavoro mi trattiene qui. Ho amato Luciano, il mio personaggio, perché ha delle cose irrisolte, dei vuoti che cerca di colmare”.
Scicchitano , dal canto suo spiega che la sua, rispetto a quella dei coetanei, è una situazione diversa, infatti “ Sono fortunato, perché qui da noi, faccio un lavoro privilegiato.
Ho amici però che sono dovuti andare all’estero perché l’Italia non offre più nessuna possibilità. Ecco, credo che questa sia la fotografia attuale del nostro paese. Ma, questa situazione, esiste già da tempo”.
“Ho 53 anni ed i miei vent’anni sono passati da un pezzo – esordisce il regista Veronesi – Io però, sono stato molto fortunato e non ho mai avuto voglia di andarmene dal mio paese. Da giovane ho incontrato Francesco Nuti che mi ha preso sotto la sua ala protettrice e mi ha fatto volare. Altri invece sono rimasti al palo. Adesso più di centomila giovani se ne vanno ogni anno dall’Italia, costretti a cercare i loro sogni altrove. Sono un regista di commedie leggere, ma con questo film, racconto un argomento che mi sta molto a cuore”.
Mariangiola Castrovilli