Al Teatro Tirso de Molina di Roma, fino al 30 aprile, è in scena l’one man show di Maurizio Mattioli, Ancora era ora! Sottotitolo Vita e passioni in musica di un romano di Roma d.o.c., diretto da Stefano Reali, dove l’attore si racconta dagli inizi della sua carriera ad oggi.
Quarant’anni di risate con un po’ di nostalgia. Dagli esordi al Bar del Pino del quartiere Montemario di Roma, al cinema con grossi artisti come Mario Monicelli, Pingitore, Squarzina, al Rugantino della Premiata Ditta di Garinei & Giovannini a teatro.
C’è tutta la carriera di Maurizio Mattioli nello spettacolo adesso in scena, fino al 30 aprile, al Teatro Tirso de Molina di Roma, Ancora era ora!, un one man show nato per caso nei tanti incontri con Stefano Reali, suo amico musicista da trent’anni, che sul palcoscenico fa il narratore nonché istigatore dell’attore. Con il musicista e regista dello spettacolo al pianoforte, altri noti jazzisti: Dario Rosciglione al contrabbasso, Gegè Munari alla batteria, Gianni Oddi al sax e clarinetto.
A Maurizio Mattioli era sempre stato chiesto di raccontare i suoi inizi, gli aneddoti dei suoi inizi, oppure cose successe di quando era ragazzino, che era sempre seduto nei tavolini del Bar del Pino di piazza Guadalupe. L’attore ha sempre avuto la verve del barzellettiere, incontrando i personaggi “romani” che sarebbero diventati punti fermi delle sue imitazioni, pilastri della sua cifra comica per tutti gli anni a venire: c’erano Nino l’Americano, Er Zanzara, Er Pocaluce, Zebrotto, Angioletto, Er Cofano, Er Negro, Er Patata, Er Caciotta. Aneddoti di vita intervallati dalla personale interpretazione di brani del suo amico Franco Califano, del Maestro Armando Trovajoli, di Francesco De Gregori, perché Mattioli, pur non essendo un cantante professionista, viene dal musical e gli piace cantare.
Ha ricordato la sua amicizia, tutt’ora valida, con Pier FrancescoPingitore, che ha creduto in lui e gli è stato vicino quando l’attore ha avuto dei guai con la giustizia e tutti l’avevano abbandonato, i gloriosi tempi del Sistina, quando per tre anni consecutivi ha fatto il personaggio di Mastro Titta in Rugantino. E poi il cinema dei Fratelli Vanzina che gli ha dato popolarità e visibilità. E ultimamente Maurizio Mattioli è tornato al Sistina con il remake teatrale, tratto dal famoso film, Febbre da cavallo. E ancora vecchi ricordi di quando esordì al Puff di Lando Fiorini o quando ha lavorato al Bagaglino.
Si può dire che questo spettacolo è un “Tutto Mattioli” dal ritmo incalzante e la risata assicurata: infanzia, vocazione, vita e miracoli di un figlio della periferia, che ne racconta le pulsioni e le contraddizioni. Stefano Reali parlando di Mattioli e del suo spettacolo ha dichiarato: “Maurizio Mattioli è l’unico vero erede di una generazione di artisti come Aldo Fabrizi, Mario Carotenuto, Paolo Stoppa, Renato Rascel.
Personaggi che avevano la forza di un attore protagonista e al tempo stesso la bonomia e il calore di un caratterista. E’ un qualcosa che non ha eguali nelle cinematografie straniere, si tratta di una particolarità italiana, forse quasi tutta romana. Sono personaggi che possiedono caratteristiche contraddittorie: hanno ferocia, rabbia, ma anche simpatia, amabilità, profondità, senso dell’ironica leggerezza della vita, potenza drammatica e una dirompente forza comica. Il tutto mischiato nelle dosi giuste. E’ per questo che artisti di questo tipo sono sempre amatissimi dal pubblico. Mattioli è forse l’ultimo esponente di una razza, che sinceramente mi sembra in via di estinzione”.
Ancora era ora!, sicuramente uno spettacolo da vedere per conoscere più nel dettaglio questo grande attore romano doc, Maurizio Mattioli, una carriera, tra alti e bassi, tra sbagli e prese di coscienza, improntata per far ridere la gente. Giancarlo Leone