Con l’imprimatur di Richard Dreyfuss, che dopo aver visto Di padre in Figlia al Roma Fiction Fest 2016 di cui era presidente, travolgendo di complimenti Cristiana Capotondi per la sua interpretazione della serie – scritta da Cristina Comencini e sceneggiata da Giulia Calenda, Francesca Marciano e Valia Santella, con la regia di Riccardo Milani – Di padre in figliaarriva finalmente in prima serata su Raiuno per quattro puntate dal 18 aprile.
Un Alessio Boni molto convincente dà vita a Giovanni Franza, un intransigente padre padrone, mentre Cristiana Capotondi è l’intelligente primogenita, ben determinata a non farsi mettere da parte. E sì perché negli anni 50, maschilisti all’eccesso, i padri volevano mandare avanti i figli, mentre era ancora lontano il riscatto delle femmine, sottovalutate ad oltranza.
Nel cast anche Stefania Rocca come moglie succube del dispotico Giuseppe e poi, tra gli altri, Alessandro Roja, Matilde Gioli, Francesca Cavallin e Domenico Diele. Vera è storia che vedrete dipanarsi in queste quattro puntate che si svolgono nell’arco temporale che va dal 1958 ai primi anni ottanta, un racconto di imprenditoria al femminile nato nell’ambito di una famiglia patriarcale veneta di produttori di grappa, quella dei Franza, che conquisterà l’emancipazione con molte sofferenze, cavalcando i grandi cambiamenti storici che portarono le donne a lottare per guadagnarsi la parità ed i diritti civili.
Giovanni Franza che ha dedicato tutta la vita alla sua distilleria di grappa, cerca di soffocare a tutti i costi le ambizioni delle due figlie Maria Teresa (Cristiana Capotondi) ed Elena (Matilde Gioli), riponendo invece tutte le sue speranze sull’unico figlio maschio, Antonio (Roberto Gudese). Maria Teresa però ha deciso di sovvertire ogni schema prestabilito inscrivendosi all’università, ed Elena che rimane incinta senza marito, costringeranno Giovanni a rendersi conto che i tempi stanno velocemente cambiando.
Il regista Riccardo Milani, oggi alla presentazione stampa nel Salone degli Arazzi di viale Mazzini ha sottolineato che “Una delle cose che è cambiata è sicuramente il ruolo della donna in Italia. Molto c’è ancora da fare, ma molto è stato fatto proprio negli anni che raccontiamo nella serie”.
Boni, come ha trovato il suo dispotico personaggio? “Raramente ho letto sceneggiature come questa che mi abbiano emozionato. Ma, Di padre in figlia, mi ha veramente commosso. Il mio personaggio non era despota e tiranno, direi che più semplicemente era un uomo degli anni ’50. Come il mio bisnonno, e mio nonno. Perché, in quegli i anni il patriarcato era la norma”.
Cristiana Capotondi come ha dipinto la sua Maria Teresa? “Lei è una donna totalmente moderna. Le sue lotte sono quelle di una donna di oggi proiettata però negli anni ’60. Mi è piaciuto molto interpretare Maria Teresa, perché per me è stato fonte di ispirazione. E questo, credetemi, non capita spesso”.
Appuntamento dunque al 18 aprile in prima serata su Raiuno per un bel tuffo in un come eravamo, non poi così lontano…
Mariangiola Castrovilli