A Palazzo Reale di Milano dal 24 marzo al 4 giugno 2017 si potranno vedere 44 opere provenienti da musei italiani e esteri e dal collezioni private. E’ un viaggio nella pittura devota di Milano e Roma che parte dal ‘300 fino agli inizi dell’800. I Santi più celebrati sono i Patroni d’Italia, San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, in unione ai Patroni di Milano, Ambrogio e San Carlo Borromeo e di Roma, Pietro e Paolo. Ci sono opere di Tiziano, Guercino, Sodoma, Ribera, Serodine e altri. E’ promossa dal Comune di Milano, Segretariato Regionale per il Lazio e MIBACT. Curata da Daniela Porro.
La mostra prende le mosse dalla visita di Papa Francesco alla Diocesi di Milano il 25 marzo 2015, e racconta lo svolgimento della pittura devota dal ‘300 ai primi dell’800 prendendo in considerazione in primis i due Santi Patroni, cioè San Francesco d’Assisi e Santa Caterina da Siena, che molto hanno ispirato gli artisti grazie anche all’essere uniti dalla circostanza di aver avuto entrambi le stigmate, eletti patroni da Papa Pio XII nel 1939.
Per Francesco c’è il capolavoro di Tiziano proveniente dalla Pinacoteca Civica di Ascoli Piceno dove è ritratto il Santo nel momento che Cristo gli fa dono delle sacre piaghe, dove si vede Francesco in un momento di grande intimità, mentre il Guercino nella pala d’altare della Cattedrale di Novara lo ritrae con grande sensibilità e grande coinvolgimento emotivo.
Dalla Pinacoteca Vaticana proviene la tavola del 1365 dipinta da Matteo di Pacino, artista del quale non si conosce la data di nascita, nè di morte. Raffigura Francesco mentre mostra le ferite tra la Vergine e il Cristo, San Giovanni e gli Apostoli. Poi dalla Chiesa di San Francesco di Accumoli, distrutta dal terremoto, proviene l’Estasi di San Francesco d’Assisi salvata al disastro da tutti gli Enti soccorritori e dai tecnici del Mibact del Lazio.
Santa Caterina da Siena è raffigurata in preghiera dal Cozzatelli, dal Sodoma e dal Brescianino, mentre dalla Pinacoteca Nazionale di Siena proviene quella delicata di Raffaello Vanni che dialoga con la tela caravaggesca di Trolin Bigot dove Francesco è in meditazione innanzi al crocifisso.
Seguono le opere dedicate a Pietro e Paolo con la preziosa chiave in argento, vetri colorati e pietre preziose che proviene dal Tesoro della Basilica di San Pietro, e una strana tavola dipinta senza l’aiuto del pennello da Ugo da Carpi su disegno del Parmigianino. Di grande prepotenza scenica figurano le due opere caravaggesche del Ribera e del Serodine, chiudono la sezione l’opera di Carlo Maratta e quella di Giuseppe Caldes.
E poi si prosegue con i Santi milanesi Ambrogio e Carlo Borromeo. Insieme si vedranno nella pala del Castello Sforzesco dipinta dal Salmeggia, mentre di San Carlo c’è il calco del volto del Museo dei Cappuccini di Milano. Il San Carlo di Carlo Ceresa è il in meditazione e l’artista si è espirato al calco del volto. Il trittico di Antonio Boselli, ricomposto all’uopo, vede Il Battesimo di Cristo tra Sant’Ambrogio e Sant’Antonio Abate. Di San Carlo ci sono le opere del Cerano e di Giovan Francesco Guerrieri. Si vedono anche due importanti opere d’arte recuperate dal Nucleo del Patrimonio artistico dei Carabinieri.
Anna Camia