Un vero e proprio arrampicatore sociale: monsieur Jourdain, l’eclettico protagonista di questo lavoro che Moliere scrisse nel 1670, è l’immagine onnipresente dell’arricchito, del nuovo borghese che pensa di poter comprare attraverso la sua potenza economica cultura, educazione, finanche rispetto. In scena sino al 30 aprile al teatro Quirino di Roma.
E lo fanno attraverso un percorso apparentemente complesso ma facilissimo da seguire, che evidenzia quanto la società possa rendersi addirittura ridicola ricorrendo ad artifizi, matrimoni combinati, dipendenza, nel caso specifico, nientemeno che da Re Luigi XVI che viene qui inteso come un vero e proprio buffone, avendo creato proprio quel tipo di società che Moliere aspramente ma elegantemente critica.
Ed inoltre, una ambiziosissima moglie che, conscia della smanie di grandezza del marito, cerca di contrapporglisi all’idea di far sposare la loro figlia ad un “nobile”, un vero e proprio cretino del quale però il marito è fortemente e ciecamente sponsor.
In mezzo a tante trame sballate, a tante adulazioni, farse chiassose ma coloratissime e veramente molto gradite dal pubblico in sala che applaude anche a scena aperta, il borghese ambizioso resta beffato, nemmeno rendendosene conto, e continuando a sognare la realizzazione di quella che lo stesso Moliere definisce una folle utopia.
Splendida e molto appropriata la regia di Armando Pugliese.
Si replica fino al 30 aprile prossimo dal martedi al sabato in serale, il giovedi 20 ed il mercoledi 26 in pomeridiana alle ore 17 ed infine il sabato anche in pomeridiana alle 17.
Andrea Gentili