Al Teatro De’ Servi di Roma, fino al 23 aprile, è in scena la divertente commedia, dai toni coloriti, molto romani, Se fossi fico, scritta da Clelio D’Ostuni, Daniele Locci e Daniele Trombetti, che ne cura anche la regia.
Al Teatro De’ Servi di Roma, fino al 23 aprile, è in scena la divertente commedia, dai toni coloriti, molto romani, Se fossi fico, scritta da Clelio D’Ostuni, Daniele Locci e Daniele Trombetti, che ne cura anche la regia.
In questa pièce, tre amici dividono un appartamento, arredato in maniera sobria: ci sono Fabio, nullafacente, che ozia tutto il giorno, che predilige un abbigliamento hippy, Mimmo, una guardia giurata abbastanza in carne e Walter, un ragazzo con una corporatura mingherlina, commesso in un negozio di abbigliamento, che alla fine, dopo tante titubanze, confessa ai suoi amici la sua omosessualità.
Cosa succede un bel giorno a Fabio da stravolgergli da quel momento la sua vita senza meta? Succede che una mattina si presenta presso lo studio legale dell’avvocatessa Amelia Bonomo, padrona e furba sulla sua professione, per recapitare un plico dove oltre a Maurizio, figlio dell’avvocatessa, ma nessuno sa che lo è, rimane folgorato da Beatrice, una bellissima ragazza, segretaria dello studio legale. Lei così bella, lui così trasandato, non bello. Come fare per conquistarla e soprattutto per rivederla?
I suoi due amici, Mimmo e Walter, pensano di spacciarsi come uomini d’affari: Mimmo si finge un conte che vuole fare degli investimenti, mentre Walter è il suo autista. Sembrerebbe che debbano fare una truffa, non c’è nessun investimento. In realtà vogliono aiutare Fabio, affinché possa parlare da solo con la bella Beatrice e invitarla ad uscire per andare a cena.
Non vogliamo raccontare altro ma possiamo dire che, seppur in maniera imbranata, il lieto fine…d’amore ci sarà e anche l’avvocatessa non sarà da meno. Ma per scoprirlo c’è da andare solo a teatro.
Nel complesso, con Se Fossi fico, si assiste ad una commedia scoppiettante, gradevole, brillante, senza pretese, dove la vis comica è basata sul dialetto romano molto calcato, molto popolare, ma mai eccessivamente volgare.
Battute al fulmicotone, che provengono dal verace romanesco, che accomuna i tre amici: persone di cuore, bonarie, legate da un’amicizia solida, personaggi molto ben caratterizzati dalla regia curata da Daniele Trombetti, che interpreta Fabio, che perde la testa, innamorandosi perdutamente di Beatrice, impersonata dalla bella e brava Sara Baccarini.
Gli amici di Fabio sono Clelio D’Ostuni, che è Mimmo, e Daniele Locci che è Walter, Roberta Marcucci è la perfida avvocatessa Amelia Bonomo.
Se fossi fico, una commedia da vedere, messa in scena da una compagnia teatrale ben affiatata, che dispensa risate su valori infiniti di una bonarietà che scavalca la romanità popolare.
Giancarlo Leone