#TaleEQualeAMe con Gabriele Cirilli

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Solo per una sera è approdato al Teatro Brancaccio di Roma il nuovo spettacolo di Gabriele Cirilli, che riprenderà l’anno prossimo in giro per l’Italia, #TaleEQualeAMe, una sorta di album fotografico virtuale, immagini che scorrono veloci raccontando con una bella dose di ironia una storia, la nostra. Ne sono autori lo stesso Cirilli, con Maria De Luca e Carlo Negri. La regia è firmata da Gabriele Guidi.

Solo per una sera è approdato al Teatro Brancaccio di Roma il nuovo spettacolo di Gabriele Cirilli, che riprenderà l’anno prossimo in giro per l’Italia, #TaleEQualeAMe, una sorta di album fotografico virtuale, immagini che scorrono veloci raccontando con una bella dose di ironia una storia, la nostra. Ne sono autori lo stesso Cirilli, con Maria De Luca e Carlo Negri, mentre la regia è firmata da Gabriele Guidi.

Questo spettacolo nasce da una frase che il comico abruzzese, di Sulmona (la sua città a cui tiene molto, perché me parla spesso nel suo show, anche se da anni abita al Nord, vicino Monza) sentì una volta da un amico di suo figlio: “Oggi se non hai un hashtag non sei nessuno”, ma anche dall’antica saggezza popolare di suo nonna Concetta, che diceva: “La casa nasconde ma non perde”.

Ogni quadratino di vita, ogni ricordo di ognuno di noi è relegato in una soffitta o in una cantina, ma con l’avvento di Internet, ora il nascondiglio più sicuro è l’hashtag, dove ognuno di noi può conservare le proprie emozioni.

 

 

Così Gabriele Cirilli ha aperto il suo hashtag al pubblico proprio sul palcoscenico, l’unico luogo dove l’attore, formatosi al Laboratorio di Arti Sceniche di Roma, dirette da Gigi Proietti, riesce ad essere “tale e quale”, prendendo spunto dal programma su Raiuno, Tale e Quale Show, il talent dove il comico ha dato vita a decine di personaggi, tra i principali una spassosa Orietta Berti, Kiss e Bee Gees, Al Bano e Romina Power, Edoardo Bennato, Susan Boyle, il rapper coreano PSY di Gangnam Style, quest’ultimo riproposto quasi al termine dello show, nonché l’imitazione di Pupo e di Angela (la Brunetta dei Ricchi e Poveri).

Se pensate, poi, che un tormentone come “Chi è Tatiana” non possa mancare in uno spettacolo di Cirilli, siete parzialmente sulla strada giusta, perché la celebre battuta dei tempi di Zelig viene pronunciata sul palco quasi alla fine, poco prima degli ultimi e fragorosi applausi, tutti meritati.
L’Abruzzo, la famiglia, i ricordi, i dettagli della vita quotidiana, il trasferimento da Roma a Milano, il rapporto con la moglie, con i parenti, la paura di volare, le differenze tra Nord e Sud, le riunioni condominiali, sono parte degli argomenti trattati da Cirilli in questo #TaleEQualeAMe.

Il suo spettacolo è una prova attoriale istrionica e completa, un evento a 360 gradi dove la comicità pura è spesso seguita dal canto e da momenti di recitazione, citazioni romantiche e pirandelliane, che dimostrano la maturità acquisita in tanti anni di attività artistica professionalmente riconosciuta da pubblico e critica. Il palcoscenico per Cirilli, vero mattatore della risata, diventa il luogo dove canta, balla, recita, permettendo al pubblico di divertirsi, ma anche di riflettere sulla vita che in ogni suo momento merita di essere vissuta, sempre con il sorriso sulle labbra.

La performance di Gabriele Cirilli inizia da un hastgag o contenitore di aneddoti ed emozioni, che sottolinea il desiderio di fare teatro per scavare nella propria intimità e biografia tra “selfaioli” ed esilaranti scenette di vita familiare, battute al fulmicotone, mescolate a Gaber con Barbera & Champagne, al romanesco e alle versione abruzzese di We are the champion, fino al romantico finale dedicato alla moglie Maria De Luca, co-autrice dei testi, in quasi due ore che scorrono via senza intervallo.
Uno spettacolo che meritava più date a Roma, troppo divertente.
Giancarlo Leone

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