Al Teatro Golden di Roma,fino al 16 aprile, l’interessante ed istruttivo spettacolo firmato da Vincenzo Sinopoli ed Andrea Maia (che firma anche la regia), Tangentopoli, dove Sebastiano Somma e Augusto Zucchi, rispettivamente nei ruoli di Antonio Di Pietro e Bettino Craxi, in un loro ipotetico scontro-incontro fanno rivivere la vicenda che 25 anni fa sconvolse la politica italiana.
Al Teatro Golden di Roma, fino al 16 aprile, l’interessante e istruttivo spettacolo firmato da Vincenzo Sinopoli ed Andrea Maia (che firma anche la regia), Tangentopoli, dove il simbolo di Mani Pulite, il Pm Antonio Di Pietro, è a confronto con il simbolo della Prima Repubblica, l’ex segretario del Partito Socialista ed ex Presidente del Consiglio dei Ministri Bettino Craxi. Questo è il primo lavoro teatrale in assoluto che s’ispira agli avvenimenti che portarono a Tangentopoli e ai processi che ne seguirono.
Ad interpretare rispettivamente i due simboli resisi famosi 25 anni fa sono oggi Sebastiano Somma (Di Pietro) e Augusto Zucchi (Craxi). In questo spettacolo si immagina che Craxi ritorni a Milano e si presenti in tribunale per difendersi nell’ultima udienza del processo a suo carico. Nasce un dialogo incisivo, anche con aspetti ricchi d’umorismo, dove dovrebbero emergere verità nascoste dell’Italia fra responsabilità non assunte o rimbalzate ad altri. Tangentopoli rappresenta, per la prima volta, un lavoro serio, complesso, impegnativo, nella programmazione spesso brillante che offre ogni anno questo teatro. Ma questa proposta, culturalmente importante, vuole ricordare ai più e far conoscere ai più giovani un passaggio decisivo della storia italiana, troppo spesso lasciata nel dimenticatoio.
Uno scontro-incontro che traccia una sorta di identikit di due personaggi simbolo: entrambi ambiziosi, presuntuosi e coraggiosi, Craxi non è più il leader carismatico indiscusso della scena politica nazionale e Di Pietro, nonostante la determinazione con cui sostiene le accuse, sta meditando l’idea di lasciare la magistratura per diventare un politico. Tutti e due sono soli, isolati, costretti a difendere sé stessi e le loro idee.
Sul palco che ricostruisce un’aula di tribunale, è ironica la classica iscrizione “La legge è uguale per tutti” che domina l’aula processuale ricreata per l’occasione. Qui si celebra più che rappresentare un rito giudiziario e sociale, lo spettacolo in cui ci sono anche Morgana Forcella, che interpreta l’avvocato della difesa di Craxi, Roberto Negri il giudice e Danilo Giannini il giovane narratore.
Nei panni di Di Pietro, ben calibrato e sensibile, Sebastiano Somma, che non imita, né fa una caricatura del magistrato, offrendo la multiforme e tormentata umanità dell’uomo Di Pietro, non solo tutore della giustizia.
Nei panni di Craxi, Augusto Zucchi regala alla platea un’immagine credibile, interiorizzata e convincente del leader politico, sofferente per la sua sorte quanto per il diabete, impegnato ad allontanare il suo destino di capro espiatorio, testimoniando che tutta la classe politica era abituata ai finanziamenti irregolari, prassi valida e condivisa dai partiti in toto.
Uno spettacolo da vedere assolutamente, consigliato soprattutto ai giovani che non hanno vissuto quegli anni che sconvolsero la politica.
Giancarlo Leone