Bella. Bellissima. Ineguagliata ed ineguagliabile. Fragile ed inarrivabile. Ha avuto il mondo ai suoi piedi, ma come diceva lei stessa, “tutta la ricchezza del mondo, non può comprare la felicità, l’affetto o l’amore”. Stiamo parlando di Whitney Houston, e dello splendido documentario Whitney – ‘Can I be me’ che vedrete in sala il 24, 25, 26, 27 e il 28 Aprile con la Eagle Pictures e che vi consigliamo di non perdere.
Un’altra delle sue frasi che ci ha colpito in questo documentario e che mostra la tempra di ci è fatta, è, come disse alla giornalista Diane Sawyer “Nobody makes me do anything I don’t want to do. It’s my decision. So the biggest devil is me. I’m either my best friend or my worst enemy” che, tradotto suona ‘Nessuno mi fa fare qualcosa che non voglio fare. È una mia decisione. Il mio più grande demone sono io. Sono tutti e due, il mio miglior amico o il mio peggior nemico”.
Il documentario su questo mito mai dimenticato, inizia con la chiamata ai paramedici dal suo hotel a Beverly Hills, per il soccorso ad una donna trovata in fin di vita nella vasca da bagno. Subito dopo però siamo nel 1999 a Francoforte durante uno delle sue acclamatissime tournèe attorno al mondo, quando una troupe la filmò in un inedito backstage, che non ha mai visto la luce e che avrete il piacere di vedere in questo documentario firmato, senza sconti alla grandezza del personaggio, da Kevin MacDonald, autore tra l’altro diL’ultimo re di scozia e di State of Play, con al suo attivo anche un Oscar per il documentario per One day in September e di cui avevamo già ammirato il lavoro in Marley,dedicato a Bob Marley.
In Whiteny che certamente vi prenderà il cuore, viene fuori la vera Whitney, con le sue pulsioni, le sue sicurezze, i momenti di abbandono, l’alcol, la droga, ma, soprattutto, l’enorme amore per la figlia, Bobby Cristina, che circonda di una tenerezza struggente.
Bello e coinvolgente fin che dura anche l’amore con Bobby Brown, altro mostro sacro dell’universo musicale,che giunge però al capolinea negli ultimi anni della loro unione diventata ….disordinata, ognuno dietro alla sua fata morgana in un equilibrio instabile tra alcool e droga.
Molte ed importanti sono poi le testimonianze di chi la conosceva bene, tra cui, oltre naturalmente genitori, fratelli ed amici intimi anche quella di Clive Davis, l’uomo che la scoprì, facendone una stella.
Se vi piacciono i numeri ecco allora tutti quelli che appartengono a Whitney, più di 190 milioni di copie vendute, fra album e singoli, 46 settimane al numero 1 della classifica degli album più venduti, 6 Grammy Awards, 2 Emmy, 31 Billboard music Awards, 22 American Music Awards, Tre album in contemporanea nella Top Ten della Billboard 200, per due settimane consecutive, ed il primo posto nella classifica degli artisti di colore di maggior successo insieme a Michael Jackson, ed infine, nel 2006 il Guinness dei Primati l’ha dichiarata “l’artista più premiata e famosa di tutti i tempi“.
Per gli amanti della Houston, questo è un lavoro da vedere e da rivedere… E, ricordate, che sarà in sala solo per cinque giorni il 24, 25, 26, 27 ed il 28 di aprile con la Eagle Picture. Fate un nodo al fazzoletto, appuntatelo sul vostro cell e…Do not forget!!!!!
Mariangiola Castrovilli