A Palazzo del Duca di Senigallia dal 14 aprile al 2 luglio 2017 si potranno vedere le opere di 20 Artisti Futuristi prendendo nota come questo movimento si sia sviluppato anche nelle Marche. Le opere esposte tra dipinti, disegni, studi per abiti, incisioni, grafica e arredi per la casa, sono oltre 50. Quest’esposizione vuol far comprendere come Senigallia non sia solo una splendida stazione balneare, ma abbia anche un suo valore architettonico partendo dagli anni ’30 del Novecento. La mostra curata da Cesare Papetti è sotto il patronato del MIBACT, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi con il Comune di Senigallia.
Quest’esposizione mette a fuoco come nelle Marche ci sia stato fin dagli anni’20 un rinnovamento che lo stesso movimento futurista ha messo in atto cambiando non solo le arti visive, ma gli aspetti della vita di ogni giorno. Gli artisti in mostra sono 20 e vanno dai firmatari del primo manifesto futurista del 1909, fino a coloro che ne furono i seguaci come Ivo Pannaggi, Sante Monachesi, Umberto Peschi, Wladimiro Tulli, Gerardo Dottori e Tullio Crati.
Naturalmente non mancano le opere di Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Fortunato Depero e Gino Severini. Tutto nasce con Ivo Pannaggi nel 1922 a Macerata che nel Convitto Nazionale organizza la mostra dei primi futuristi portando i pittori della città al rifiuto dell’accademismo spingendoli verso la nuova pittura, creando anche nelle Marche un rinnovamento che fino ad allora non aveva attecchito.
La mostra è stata possibile grazie ai prestiti concessi dalle Fondazioni Cassa di Risparmio di Jesi, Macerata, Perugia e Bologna, dei Musei Civici di Ascoli Piceno, Macerata e Civitanova Marche, dalla Galleria Franca Mancini di Pesaro, dalla Fondazione Rossellini e dagli eredi di alcuni artisti in mostra, nonché da collezioni private. Tra queste anchealcune espressioni di arti applicate di Balla provenienti dalla sua Casa Museo di Roma
L’esposizione, con caratteristiche tematiche, prende l’avvio dal 1922 approfondendo proprio quanto il Futurismo intendesse realizzare per rinnovare la pittura, la moda, la musica, il teatro e persino la cucina. I capolavori dei primi firmatari come Balla e Boccioni sono esposti proprio in dialogo con le idee delle manifestazioni futuriste e quelle delle arti applicate. Ci sono i disegni per cravatte futuriste dai colori sgargianti, modelli per abiti e capi realizzati, tessuti per la casa, disegni e caricature delle quali Ivo Pannaggi era maestro.
E poi l’aeropittura degli artisti marchigiani come Crali, Dottori e Monachesi che vedevano nell’aereo una modernità dove il mito della macchina era preponderante. Il futurismo vide svilupparsi la creatività al femminile e questo proprio nelle arti applicate. Per queste sono in mostra esempi di arazzi tra i quali quello disegnato da Leandra Angelucci Cominazini.
L’esposizione è anche l’occasione per far comprendere come Senigallia non sia solo un luogo di villeggiatura marina, ma grazie alla mostra si è pensato a un percorso architettonico che faccia osservare come negli anni ’30 ci sia stato un rinnovamento anche nell’architettura cittadina e questo grazie al Complesso scolastico intestato a Giovanni Pascoli e alla celebre Rotonda.
Savina Fermi