Giulietta e Romeo al Quirino

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É in scena fino al 7 maggio prossimo al teatro Quirino Vittorio Gassman una creazione di Fabrizio Monteverde, un allestimento che valorizza adeguatamente il lavoro del celebre drammaturgo inglese e di Serghej Prokofiev, un lavoro accattivante sia per la messa in scena, che per le interpretazioni dei danzatori del Balletto di Roma i quali calcano la scena generando nello spettatore un’atmosfera di grande interesse.

La particolare scenografia e le moderne coreografie di Monteverde proiettano l’ambientazione dalla medievale Verona al secondo dopoguerra del novecento: l’amore idealizzato da tanti autori, da Čajkovskij a Prokofiev, da Gounod a Bellini fino al moderno musical che prende il nome di West Side Story o alla versione cinematografica di Zeffirelli è invece rappresentato come quello di una donna del sud d’Italia (ma anche di un sud qualunque inteso come sottosviluppo ed arretratezza) che vuole modernizzarsi, che vuole “reagire” e che con l’interno suo spirito di ribellione fa innamorare Romeo.

Giulietta scoprirà a sue spese la vanità dei tentativi da lei messi in atto per ribellarsi all’epoca nella quale vive, il suo anticonformismo serve soltanto a far innamorare Romeo, non va oltre anche se le figure tradizionalmente trascurate come le madri dei due protagonisti vengono da Fabrizio Monteverde vengono esaltate prima e poi ridotte a figure che tramano nell’ombra, due donne che da sole muovono i fili nascosti della incombente tragedia.

Il testo e l’atmosfera originali appaiono “manipolati” anche se in maniera abile e sapiente, assolutamente in grado di valorizzare completamente tutti i sentimenti e le idee che il testo shakespeariano ci ha tramandato: una elaborazione danzata di un testo nato per essere recitato ma che ben si addice ai sentimenti ed alle emozioni che i due atti del balletto intendono evidenziare. Le tradizioni del sud, le leggi spietate, i sublimi sentimenti di odio e di amore divisi tra la bellezza e la spietatezza vengono adeguatamente espressi in questa rielaborazione “al contrario” dell’universale testo di Shakespeare che, proprio perché oggetto di elaborazione, assume ancor più l’aspetto di un lavoro immortale ed adatto a tutti i tempi.

Due ore di spettacolo quasi al cardiopalma che si segue con passione anche per la bellezza delle scenografie che, come le coreografie sono entrambe di Fabrizio Monteverde che, insieme al direttore artistico Alberto Casarotto, hanno allestito lo spettacolo già nel 2016.

Andrea Gentili

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