Bel titolo senz’altro, In bici senza sella, piccolo film indipendente nato da un’idea di Alessandro Giuggioli, che però sta facendo la sua strada. Sette i registi esordienti a firmare sei episodi che, con un’appropriata metafora, raccontano l’emergenza ormai divenuta più che stabile del precariato giovanile, con il gusto di far conoscere storie paradossali a tema.
Storie, come dicevamo, raccontate tra dramma e commedia da sette registi esordienti, Giovanni Battista Origo, Sole Tonnini, Gianluca Mangiasciutti, Matteo Giancaspro, Cristian Iezzi, Chiara De Marchis e Francesco Dafano. Gli attori che hanno dato il volto a questa corsa ad ostacoli per arrivare al sospirato posto fisso sono Riccardo De Filippis, Edoardo Pesce, Alberto Di Stasio, Michele Bevilacqua, Luca Scapparone, Alessandro Giuggioli.
Cinico e grottesco In bici senza sella, che aggiungiamo, dovrebbe dare un dolore senza fine, è il percorso a tema, descritto con pungente ironia, per arrivare, dopo inevitabili sgomitamenti e non pochi ostacoli da superare, al miraggio dello stipendio mensile.
Nell’autunno scorso Colin Firth scelse la Facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, per testimoniare il suo sostegno al progetto di In Bici Senza Sella, presenziando alla proiezione del film, prodotto dalla Tandem Film Production, realizzato in collaborazione con Amaro e Tranchese Produzioni e co- prodotto da Alessandro Giuggioli, presente anche come attore in più di un episodio.
Firth ammise poi di aver visto nascere questo progetto, seguendone tutta la sua travagliata genesi che paragonò un pò a Il Discorso del Re, il film che gli ha fruttato un Oscar come miglior attore, consacrazione avvenuta dopo ben trentacinque anni, dal primo script fino all’ultimo ciak.
Mariangiola Castrovilli