A Otranto nel Castello Aragonese fino al 24 settembre 2017 si può ammirare la celebre tela del Caravaggio Ragazzo morso da un ramarro unitamente ad altre opere dei caravaggeschi che hanno operato nel Sud Italia. Le tele provengono dalla Collezione Roberto Longhi. La mostra è a cura di Maria Cristina Bandera.
Il grande critico d’arte e collezionista del Novecento Roberto Longhi, colui che ha fatto capire la grandezza del Caravaggio studiandolo sin dalla sua tesi di laurea nel 1911, ha lasciato alla Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi nella sua villa di Firenze Il Tasso, una notevole collezione di opere degli artisti da lui studiati e in particolare quella del Caravaggio, Ragazzo morso da un ramarro, nonchè di molti seguaci dell’artista soprattutto meridionali.
Caravaggio è i caravaggeschi sono stati studiati dal Longhi per tutta la sua vita, dal momento della laurea sino alla sua morte, scrivendo bellissimi testi che riguardano questo genere di pittura. Lo storico e critico dell’arte ha definito l’artista come “Caravaggio sarà piuttosto il primo dell’età moderna…….Il pubblico cerchi dunque di leggere naturalmente un pittore che ha cercato di essere “naturale”, comprensibile, umano più che umanistico ; in una parola popolare”.
Maria Cristina Bandera che ha sostituito alla direzione della fondazione la celebre allieva del Longhi, Mina Gregori, intende far conoscere la collezione creando, come ha fatto, mostre differenti in tutta Italia. Questa gira tutta intorno all’opera del Merisi che Longhi ha acquistato verso il 1928, dove si nota non solo la naturalezza del gesto del ragazzo morso , ma anche il celebre modo di dipingere la natura morta che il Caravaggio ha portato ad essere non solo un complemento di opere ma opere in sé, e questo partendo dalla Canestra di frutta.
I seguaci meridionali o che hanno lavorato nell’Italia del Sud, sono stati molti, alcuni importantissimi altri meno. Comunque l’esposizione mette il punto sulle 5 tele di Jusepe de Ribera riguardanti gli Apostoli, la Deposizione di Cristo di Battistello Caracciolo, il maestro napoletano Andrea Vaccaro con il suo David, il San Girolamo del Maestro di Emmaus di Pau, e Matthias Storn nelle cui opere è unita la cultura nordica del caravaggismo olandese e quella italiana.
E ancora sono presenti opere del Maestro dei Pastori, di Filippo Napoletano e di Giacinto Brandi. A conclusione mostra ci sono due opere di Mattia Preti il maestro che più ha portato il caravaggismo fino al Seicento. Durante l’esposizione è proiettato il film di Mario Martone l’Ultimo Caravaggio. Una mostra che val la pena di frequentare.
Emilia Dodi