Al Teatro Agorà di Roma Massimiliano Milesi e la sua compagnia TeatroDaViaggio hanno recentemente portato in scena Rosso Tartufo (L’originale). La pièce si inserisce nel più ampio progetto Tre Colori per Molière, che offrirà tre letture dell’opera molieriana in tre epoche molto diverse: la Francia del XVII secolo, il periodo del declino dell’aristocrazia e dell’ascesa della borghesia al principio del XX secolo, e infine l’epoca a cavallo tra anni cinquanta e sessanta del novecento, alla vigilia delle rivolte universitarie e generazionali.
Rappresentata per la prima volta nel 1664, Il Tartufo è una commedia tragica in cinque atti tra le più note di Molière. La vicenda è ambientata nella casa di una nobile famiglia francese all’epoca di Luigi XIV. Qui Orgone, il padrone di casa, ospita Tartufo, un fervente devoto sottomesso a Dio che appare puro ed incorrotto e per questo viene visto da Orgone quasi come una guida spirituale. La sua ammirazione è tale che gli ha promesso in sposa la figlia Marianna, che però ama un altro uomo.
Tuttavia la vera natura di Tartufo – un disonesto privo di mezzi che per elevarsi e raggiungere i suoi scopi si avvale dell’ipocrisia – non tarderà a mostrarsi. Innamorato di Elmira, moglie di Orgone, la insidierà confessandole il suo amore. Difficile sarà però convincere proprio Orgone, che si rifiuterà di credere alle accuse mosse contro il suo amico dalla moglie e dal resto della famiglia, almeno fin quando non si troverà la verità sotto gli occhi. Sul finale non mancheranno altri colpi di scena che sorprenderanno fino all’ultimo lo spettatore.
Con Rosso Tartufo Milesi riprende un testo classico del teatro presentandolo nella sua forma originaria. Con il suo progetto ne sottolinea anche l’attualità: limitarne la lettura in relazione al Seicento e ai falsi devoti che tutelavano la religione e il buon costume sarebbe infatti un limite. La satira contro l’ipocrisia e il moralismo fanatico continua ad essere estremamente attuale. Di qui l’idea di proporre altre letture di un’opera che, nonostante il passare del tempo, continua ad offrire spunti di riflessione e a raccontare qualcosa di nuovo allo spettatore.
Semplice ma funzionale la scenografia, accurata la scelta dei costumi ad opera di Antonietta Corrado. Sul palco traspare una forte intesa tra i membri del cast: Antonella Alfieri, Antonella Antonelli, Matteo Cianci, Giorgio Corcos, Andrea Cotrone, Lorenzo Ghimenti, Angelo Gullotti, Martina Massaro, Fabrizio Mischitelli e Luca Staiano si dimostrano tutti molto bravi e perfettamente in parte.
Non resta che aspettare le prossime stagioni teatrali per vedere come Milesi e la compagnia TeatroDaViaggio trasporranno la commedia in altre epoche con Bianco Tartufo e Blu Tartufo, colori non per niente scelti in omaggio al tricolore francese e dunque alla patria di Molière.
Barbara Lo Conte