Già l’anno scorso era stato un successo e c’era stata molta curiosità per il debutto in prima persona di Gigi Proietti che per anni, direttore artistico e regista, al Silvano Toti Globe Theatre era rimasto dietro le quinte, traghettando l’unico teatro elisabettiano d’Italia al sold-out, spettacolo dopo spettacolo. Quest’anno, a grande richiesta di pubblico e di critica, Proietti è tornato in scena con lo spettacolo che lo vede protagonista assoluto sul palco con il testo di Raymund FitzSimons, Edmund Kean, che narra le vicende di un uomo solo nel suo camerino. Un omaggio al Bardo, ovvero William Shakespeare. Repliche fino al 16 luglio.
Già l’anno scorso era stato un successo e c’era stata molta curiosità per il debutto in prima persona di Gigi Proietti che per anni, direttore artistico e regista, al Silvano Toti Globe Theatre era rimasto dietro le quinte, traghettando l’unico teatro elisabettiano d’Italia a Roma al sold-out, spettacolo dopo spettacolo. Quest’anno, a grande richiesta di pubblico e di critica, Proietti è tornato in scena con lo spettacolo che lo vede protagonista assoluto sul palco del Globe Theatre con il testo di Raymund FitzSimons, Edmund Kean, che narra le vicende di un uomo nel suo camerino. Un omaggio al Bardo, ovvero William Shakespeare.
L’attore, nei panni di un altro grande attore inglese dell’inizio dell’800, racconta le vicende di un uomo solo nel suo camerino. Beve, si trucca, interpreta e si interroga sulle parole di Shakespeare, passando in rassegna una vita di battaglie e successi. Kean fu idolatrato dal pubblico e dalla critica che ne decretarono l’ascesa dal ruolo di Arlecchino ai grandi protagonisti shakespeariani. Ma successivamente fu sempre più dimenticato e ciò provocò la sua inesorabile decadenza.
Gigi Proietti non ha deluso le attese e per il secondo anno successivo ha lasciato il pubblico attonito. La scelta di omaggiare Shakespeare con Edmund Kean si è rivelata molto indovinata, tanto che quest’anno per chi non avesse visto lo spettacolo l’anno scorso, si è potuto rifare.
L’attore è nel camerino, il luogo più adatto per pensare, riflettere, prendere coscienza delle proprie limitazioni, dove le passioni, le debolezze le ossessioni e l’umanità più autentica si mescolano con i personaggi interpretati. Vita vera e brani recitati in un mix solidissimo. Le grandezze e le miserie dell’uomo sono quelle dei personaggi: Kean è Otello, Riccardo III, Amleto, Enrico IV e loro sono Kean e tutti sono Proietti e tutti insieme son l’anima degli attori folli e incoscienti che continuano a rendere magico ed emozionante il teatro nei secoli.
La stravagante, la sfrenata vita pienamente vissuta di Edmund Kean, ossessionato dal suo talento e dalla sua fortissima ambizione, misantropo, egocentrico che ha dato vita ad un nuovo modo di recitare a ruota libera, non fa altro che riflettere il sentire di ogni uomo, dove ancora una volta si nota l’attualità di Shakespeare, anche se vissuto nel ‘600.
Edmund Kean non è solo uno spettacolo, è la catarsi dell’attore e dello spettatore, del teatro stesso. Proietti rappresentava tutti i personaggi e loro erano lui, non dominava la scena, la era. Come le assi del palco, ogni legno del Globe, l’attore romano ha assorbito la magia shakespeariana, le sfumature più segrete per restituirle al suo pubblico. Uno spettacolo imperdibile, in scena fino a domenica 16 luglio.
Giancarlo Leone