Con il titolo “Labirinti del cuore Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma” in due sedi Palazzo di Venezia e Castel Sant’Angelo, c’è un’esposizione che fa riferimento al capolavoro del Giorgione “I due Amici”. E’ un ritratto che mostra per la prima volta la rilevanza che questa tela ha avuto sulla ritrattistica del periodo. E’ curata da Enrico Maria Del Pozzolo.
L’esposizione è costruita intorno alla citata tela del Giorgione che è un doppio ritratto considerato dalla critica di forte rilevanza poiché ha creato una svolta importante nella ritrattistica italiana del primo Cinquecento. E’ un modo di dipingere in modo sintetico elementi che lo fanno divenire punto di riferimento per il ritratto creando come punto focale lo stato d’animo e i sentimenti che pervadono i due individui. In effetti il ragazzo in primo piano ha uno sguardo malinconico come soffrisse pene d’amore, l’altro ha fisionomia psicologicamente più chiara e volitiva.
La tela sembra legata al periodo veneziano dove i giovani patrizi erano in un clima culturale più leggero prima che la Serenissima fosse costretta a ridimensionarsi. Quest’opera che è attribuibile al Giorgione ha avuto molte paternità prima che la critica contemporanea lo attribuisse al pittore veneto. In effetti il Longhi ne aveva dato una destinazione all’artista nel 1927 e poi nel 1946 considerandola lavoro dell’ultimo periodo.
Il dipinto conservato a Palazzo di Venezia era noto a Roma già agli inizi del ‘600 il che da testimonianza dei rapporti tra la Serenissima e la Città Eterna grazie al Papa Paolo II Barbo, il quale prima di divenire Papa abitava proprio al Palazzo di Venezia che da questo soggiorno prende il nome, intessendo un proficuo rapporto tra i due Stati. Quindi la prima sezione della mostra è situata proprio nell’appartamento Barbo dove sono messe insieme alcune opere che riguardano proprio questo periodo storico.
L’esposizione continua poi a Castel Sant’Angelo negli appartamenti papali dove c’è la seconda sezione che vede in mostra opere del periodo provenienti anche da musei stranieri. Così si possono ammirare le tele del Tiziano, Tintoretto, Romanino, Moretto, Ludovico Carracci, Bronzino, Barocci e Bernardino Licinio, opere dedicate alle esperienze amorose tra innamoramento e matrimonio, tra abbandono e ricordi.
La mostra è curata da Enrico Maria Del Pozzolo studioso in particolare della pittura veneta rinascimentale e barocca, supportato da un notevole Comitato scientifico. Nei due luoghi sono presentati 45 dipinti, 27 sculture, 36 libri stampati e manoscritti, stampe, disegni e oggetti. La mostra è visitabile con biglietto unico che cumula le due sedi. A Palazzo di Venezia viene fornita un’audioguida gratuita mentre a Castel Santì’Angelo si può usufruire della app scaricabile gratuitamente. L’esposizione è promossa e organizzata dal Polo Museale di Roma Capitale in collaborazione con Civita Mostre.
Emilia Dodi