Si snoda lungo tre regioni, Campania, Basilicata e Calabria, la A2. Una spina dorsale che conduce attraverso le sue diramazioni alla scoperta di bellezze naturali, storiche, artistiche e non solo. Da Salerno a Reggio Calabria, alla Certosa di Padula, a Matera, alla costa ionica, Metaponto, Policoro, Siderno, Locri. E si aprono ai viaggiatori curiosi centri dell’interno e scorci inusitati. Il bello e il buono del Sud. Prodotti della terra, artigianato e specialità enogastronomiche.
Il 22 dicembre 2016 sono stati finalmente completati i 432 chilometri che uniscono Fisciano, alle porte di Salerno, all’estremo limite Sud dello “Stivale” là dove sembra che Scilla e Cariddi si tocchino.
Percorrendo la A2 si resta colpiti dalla superba bellezza dei paesaggi naturali e dalla potenza delle infrastrutture. Il mare annunciato compare solo verso la fine, quasi all’improvviso, superata una curva verso Gioia Tauro, dopo aver attraversato tre regioni e un paesaggio impervio e spettacolare. E’ l’autostrada più alta d’Europa realizzata con tecnologie d’avanguardia. Sono 190 le gallerie, 480 fra viadotti, ponti cavalcavia. Fra questi il Viadotto “Sfalassà” lungo 900 metri e alto dal fondo valle alla sede stradale 245 metri, considerato il simbolo dell’autostrada.
La “famigerata” Salerno-Reggio Calabria, ribattezzata Autostrada del Mediterraneo, è stata per oltre cinquant’anni una specie di incubo per chi doveva raggiungere la punta dello stivale.
E oggi si prepara a diventare la prima smart road italiana percorribile anche dalle auto senza pilota e si propone, grazie ad Anas e ai Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dei Beni Culturali, di promuovere il turismo delle tre regioni, un territorio che nonostante la varietà e ricchezza dell’offerta, non ha i visitatori che si merita. La strada è il filo conduttore che collega Campania, Basilicata e Calabria, rapida via d’accesso dal Nord.
Usciti da uno dei 52 caselli, basta imboccare una strada secondaria per raggiungere mete appartate, luoghi fascinosi e pieni di storia, aiutati da una nuova cartellonistica, da una app per smartphone e tablet e un sito internet dedicati. E da una tradizionale guida firmata da Repubblica in collaborazione con Anas, chiara e maneggevole. La copertina è di Mimmo Paladino. Una guida che una volta utilizzata può restare a futura memoria dei luoghi visitati.
Concepita come uno strumento di utilità pratica, è articolata in capitoli. In una cartina la strada da seguire, le località che s’incontrano, le loro caratteristiche storiche, artistiche, paesaggistiche, i monumenti importanti, le produzioni artigianali, il folklore, le tradizioni locali, le eccellenze culinarie. Dove mangiare, dormire, trovare i prodotti tipici. Con nomi, indirizzi, telefoni, orari, prezzi e giorni di chiusura.
34 gli itinerari proposti. Dalla celeberrima Costiera Amalfitana in Campania, a Matera in Basilicata capitale europea della cultura nel 2019 che lo diventerà, alla scoperta della Calabria verso le Serre, tutta boschi e rilievi montani. La Costiera Amalfitana amata dagli artisti, è un itinerario dell’anima. Da Vietri sul Mare ad Amalfi attraverso Cetara, Maiori, Minori, Ravello, la Costiera con i suoi terrazzamenti che degradano verso il mare, con le sue spiaggette, le sue grotte, le sue insenature, le sue cupole policrome, è meta di turismo da sempre.
A Vietri, le “riggiole”, le tipiche mattonelle in ceramica maiolicata, si possono trovare presso un’azienda artigianale ospitata in un edificio degli anni ’50 progettato dall’architetto Paolo Soleri. Nel borgo marinaro di Cetara si può trovare la colatura, una salsa ambrata ottenuta dalla lavorazione sotto sale delle alici pressate in botti di castagno o rovere. Che a qualcuno ha ricordato il misterioso garum che tanto piaceva ai romani.
E poi ci sono Atrani dove si rifugiò Masaniello braccato dai soldati del viceré di Napoli, Amalfi col suo meraviglioso duomo arabo-siciliano, i due splendidi gemelli, Maiori che vanta la spiaggia più lunga della Costiera, e Minori là dove il fiume Regina Minor sfocia nel mare e si possono scorgere i resti di una villa romana con i suoi mosaici. E come non citare Ravello da cui si abbraccia tutta la Costiera.
Dai Giardini dell’Anima di Villa Rufolo, dove Wagner immaginò il suo Parsifal, a Villa Cimbrone che domina sul promontorio a picco sul mare, alla Terrazza dell’Infinito da cui si scorge l’Auditorium di Oscar Niemeyer, inaugurato nel 2010, che sembra galleggiare sul mare, che ospita i concerti del Ravello Festival.
“La prima volta che l’ho vista ho perso la testa perché era semplicemente perfetta”, ha ricordato il regista Mel Gibson che nel 2004 ambientò La Passione di Cristo a Matera. Con i suoi Sassi, i suoi scorci irrepetibili, le sue chiese rupestri Matera che si raggiunge percorrendo la Statale 7 dall’uscita di Sicignano degli Alburni, è un luogo irreale che trasmette un senso di pace. Lo sperone della Civita, su cui troneggia la cattedrale in stile romanico-pugliese del XIII secolo, separa il Sasso Barisano dal Sasso Caveoso, le due aree in cui si divide il centro storico. Una città spettacolare che offre al visitatore molte tentazioni, dal pane all’artigianato che rimanda alla tradizione della ceramica. E dai Sassi si può andare alla scoperta del Parco della Murgia Materana, che conserva una ricca varietà di specie vegetali autoctone in un territorio all’apparenza ostile, disseminato di eremi, cripte, cenobi, chiese rupestri e basiliche ipogee.
Percorrere la A2 significa anche attraversare zone con vigneti e uliveti e monti coperti di boschi fittissimi. La Sila, l’Aspromonte e Le Serre fanno della Calabria, legata nell’immaginario collettivo soprattutto al Mar Tirreno (lo Jonio è remoto e tutto da scoprire), una regione montana con verde a perdita d’occhio. Sull’Altopiano delle Serre, un tempo chiamata Calabria Ulterior, San Bruno di Colonia fondò nel Mille la sua Certosa in un territorio donatogli da Ruggero d’Altavilla.
Un luogo di quiete, circondato di boschi di faggi e abeti secolari. San Bruno, fondatore dell’ordine dei Certosini, portava così nel Mediterraneo un’altra Chartreuse come quella che era sorta in Francia. L’abazia, dove è sepolto il fondatore, distrutta nel 1785 da un terribile terremoto e ricostruita, in cui oggi vivono sette monaci, è un luogo mistico e impenetrabile, un convento di clausura. Dall’esterno si possono vedere solo le potenti mura di cinta.
I visitatori possono accedere solo al Museo della Certosa aperto dal 1993. Che rievoca la storia e la vita dei Certosini. Il paesaggio intorno invita alla meditazione, così come il Santuario di Santa Maria del Bosco dove San Bruno visse gli anni precedenti alla costruzione della Certosa e dove si rifugiò prima di morire. A breve distanza è possibile immergersi in tutt’altra atmosfera, visitando le Reali Ferriere e Officine di Mongiana, un sito di archeologia industriale. E’ stato il cuore del più importante e moderno polo siderurgico dei Borbone dove, a cavallo fra ‘700 e ‘800, venivano prodotti componenti metallici per uso civile e industriale. E armi.
Laura Gigliotti
Autostrada del Mediterraneo
Guida per viaggiare con gusto 2017
la Repubblica in collaborazione con Anas
pagg. 359
Dal 28 giugno, per 2 mesi, in vendita presso le edicole a 1,90 € più il prezzo del quotidiano.