A conclusione delle celebrazioni per il soggiorno di Pablo Picasso a Roma e la visita a Napoli, alle Scuderie del Quirinale è in atto una grande esposizione dedicata al suo lavoro e all’influenza che il periodo romano ha avuto sulla sua arte con dipinti iconici, disegni, acquarelli e documenti. E’ curata da Olivier Berggruen con Annunciata von Liechtenstein. Catalogo Skira.
Il titolo dell’esposizione “Picasso tra Cubismo e Classicismo: 1915-1925” è indicativo del periodo nel quale l’artista che ha sperimentato tutta la vita, passa dal tardo cubismo al suo particolare classicismo influenzato dalla visione dell’arte antica a Roma e a Napoli con i personaggi della commedia dell’arte.
Giunto a Roma al seguito di Cocteau che voleva assolutamente i i costumi e le scene disegnati dal celebre artista per il balletto Parade da lui scritto per Diaghilev musicato da Satie, e con Stravinsky che aveva già scritto musica per Diaghilev, si trattenne nella Capitale due mesi visitando anche Napoli dove si facevano spettacoli con i personaggi di Arlecchino e Pulcinella che rimasero per molto tempo nella sua opera.
Tutte le tele provengono da grandi musei come il Musée Picasso e il Pompidou di Parigi, la Tate di Londra, il MoMa, il Metropolitan e il Guggeheim di New York, Il Museo Berggruen, la Fúndation Picasso di Barcellona e il Tyssen di Madrid per citarne solo alcuni. L’esposizione si sviluppa su due piani in dieci sezioni iniziando dalla prima sala dove sono esposte opere del tardo cubismo tra le quali l’Homme à la pipe, passando poi alle tele dipinte in Italia tra le quali L’italienne del 1917, Leonide Massine in veste di Arlecchino e alcuni ritratti come Portrait d’Olga dans un fauteuil del 1918, e Ritratto di donna (Olga) del 1917. Si passa poi agli anni ’20 dove tra oli in mostra c’è La Flaute de Pan opera monumentale che risente dell’arte classica italiana.
E poi Arlequin au miroir del 1924 e altre opere iconiche tra le quali le due dedicate al primo figlio avuto dalla moglie la ballerina Olga Chochiova dei Ballets Russes amata a Roma e poi sposata: Paul en Pierrot 1923 e Paul en Arlequin del 1924. E’ in mostra anche Due donne che corrono sulla spiaggia del 1922 che solitamente viene considerata di grandi dimensioni, cosa che non è. Al piano superiore ci sono gli straordinari disegni e acquarelli della vita romana e del periodo della sua collaborazione con Jacques Cocteau e Sati per Parade e poi le sue “affinità elettive”, come scrive nel bel saggio al catalogo il Curatore, con Stravinsky sempre per Diaghilev.
Sotto teca c’è tutta la vita di Picasso del periodo 1915-1925 con foto, cartoline, lettere che l’artista ha scambiato con Cocteau, Apollinaire e altri, progetti per Parade, ritratti degli amici, gli acquarelli di Arlecchino e Pulcinella, le nature morte, i bozzetti per i costumi e le scenografie di Parade. La mostra si chiude con una tela dal titolo La Danse del 1925 quando l’artista dà l’addio ai balletti. A proposito di Parade alle Gallerie d’Arte Antica di Palazzo Barberini nella Sala affrescata dal Cortona si può ammirare l’enorme sipario concepito a Roma di mt.16,5×10,5 che il Centre Pompidou è sempre restio a prestare, straordinario, che merita anch’esso di essere ammirato dal pubblico.
Una mostra grandiosa allestita raffinatamente da non perdere.
Emilia Dodi