Due bei film che hanno conquistato il pubblico e la critica qui a Toronto, The Wife firmato dal regista svedese Bjorn Runge e Victoria e Abdul di quel genio di Stephen Frears.
The Wife, tratto dal romanzo omonimo di Meg Wolitzer, racconta la storia di Joan (una splendida Glenn Close nella sua forma migliore), felicissima moglie di Joe Castleman (Jonathan Price), lo scrittore americano a cui hanno appena assegnato il Nobel per la letteratura. Alla notizia la felicità sembra non avere limiti, li vediamo infatti ballare sul letto come due bambini, mentre ripetono gioiosamente come una cantilena ‘abbiamo vinto il Nobel, abbiamo vinto il Nobel .
Grandi preparativi per andare a Stoccolma, dove però, questa gioia, comincia a prendere un gusto un po’ amaro. Con loro a bordo del jet che li porta nella città scandinava famosa per il premio, c’è anche il loro figlio David(Max Irons), che ha velleità narrative ed a cui i panni del figlio di tanto padre, genio della letteratura, vanno un po’ stretti.
Sempre sull’aereo c’è poi anche un insistente giornalista (Christian Slater) che pretende di essere il biografo di Castleman. E, per completare il quadro ecco, appena arrivati a Stoccolma, anche una giovane fotografa, la sola incaricata dell’organizzazione scandinava, della sua immagine pubblica.
Le scene che vediamo sono tutte impostate sul massimo della gioia e della felicità ma…a ben guardare il regista ci offre sottopelle sensazioni diverse, non la gioia epidermica degli infantili salti sul letto, ma l’arrivo in superficie di un più che fastidioso risentimento a lungo covato…
State tranquilli, non vi raccontiamo il perché, altrimenti vi guasteremmo il piacere di andare a vedere The Wife, un film che va assolutamente visto sia per la bravura dei due interpreti, costantemente in parte in stato di grazia, che per la regia, perfetta a tal punto da rendere il lavoro, uno dei migliori visti qui al 42° Tiff di Toronto.
Mariangiola Castrovilli