Altro bellissimo ed interessante Incontro Ravvicinato con il nostro showman più famoso ed eclettico, il cui cervello funziona come un potentissimo turbo che ci regala gag ad ogni secondo. Sale correndo sul palco della sala Sinopoli dopo aver giocato con i fotografi sul tappeto rosso animato da un moto perpetuo, tanto che uno di loro gli ha gridato ‘A Fiore, e sta un po’ fermo…’ ma si sa lui è fatto così divertito e divertente con il piacere di stupire.
Attore, musicista, presentatore, e cantante il suo è finora, l’incontro più movimentato, si alza dalla poltrona, canta, gioca, scherza per la gioia degli spettatori che non avrebbero mai sperato tanto. Ed il pubblico è rapito ascoltandolo commentare i suoi film preferiti, seguendolo sulle montagne russe del suo pensiero dove canta, balla ed imita.
Da tre anni il direttore della Festa, Antonio Monda gli chiedeva di parteciparvi, ma lui, che non si è mai sentito un esperto cinematografico, rispondeva di no, finché quest’anno ha accettato ma… “gli ho dato i primi cinque titoli che mi sono venuti in mente per liberarmene, ma questi non sono certo miei film del cuore”.
Ed ecco i suoi ricordi, quelli veri “C’era un cinema a Riposto, dove abitavamo e mio padre, appuntato della guardia di Finanza, quando avevo cinque anni, mi portava a cinema alle quattro ma invece di venirmi a riprendere alla fine dello spettacolo, arrivava quando aveva finito di lavorare, magari alle otto ed io restavo lì a rivedere per la seconda volta la pellicola, da solo. Ricordo ancora certi filmoni epici, e, allora per un bambino quello che vedeva era tutto vero, botte, massi di polistirolo sollevati in alto come fuscelli…”.
Ad un certo punto della conversazione, saltando da un argomento ad un altro viene fuori Un uomo e una donna, che Fiorello, non avendo eccessiva dimestichezza con il cinema d’autore, incautamente attribuisce a Truffaut e, Monda sussultando sulla poltrona dice Lelouch… “Lelouch, Truffaut.. Che differenza c’è? Un mio amico aveva preso la cassetta di Un uomo e una donna ed io, con quel titolo, pensavo a chissà cosa, invece due palle…”.
Poi insieme a Monda canticchiano il tema del film, e scherzando riprende, “sono cintura nera di karaoke. Alla Mostra di Venezia, se ti metti a cantare, se ne vanno. Perché al Lido vincono solo autori dai nomi impronunciabili e film dal titolo, Il volo del calabrone controvento”.
Mariangiola Castrovilli