In occasione del XXIV Anniversario delle relazioni ufficiali tra Federazione Russa e Sovrano Ordine di Malta una bella mostra dal titolo “L’Icona Russa Preghiera e Misericordia” è in corso e resterà aperta a Palazzo Braschi fino al 3 dicembre 2017 con 36 opere. E’ curata da Liljia Evseeva direttrice del Museo Andrejy Rublev.
Per celebrare il 25anno dell’instaurazione delle relazioni ufficiali tra la Federazione Russa e il Sovrano Ordine di Malta, nonché il 320° Anniversario dell’avvio delle relazioni tra l’Impero russo e l’Ordine al tempo di Pietro Il Grande, è in corso una speciale e spettacolare mostra di icone russe che vanno dal XXVII al XVIII secolo nelle Sale di Palazzo Braschi.
La mostra ha come scopo di testimoniare non solo l’eccellenza delle maestranze russe che è ben conosciuta da coloro che amano questo genere, ma di far comprendere la fantasia con le quali sono state create senza disconoscere la tradizione figurativa che è intrinseca in ciascuna di esse come tramite per la preghiera che indica l’amore di Dio per l’uomo.
L’esposizione che presenta opere provenienti dal Museo Centrale di arte e cultura russa antica Andrey Rublev, dal nome del più importante pittore di icone (1360-1430) che è venerato come un santo, in unione con il Museo Privato dell’Icona russa, dimostra una volta dipiù come il rapporto tra pubblico e privato possa essere interessante poiché l’organizzazione è stata possibile con il sostegno del Museo Privato dell’Icona Russa fondato da Mikhail Abramovic.
Tra le opere in mostra ce ne sono due di cui una moderna di Vladimir Tatlin dal titolo “Composizione con superficie trasparente” del 1916 mai esposta fin’ora, e la scultura contemporanea “Madre di Dio Grande Panagia” di Dimitrij Gutov del 2012. Sono presentate icone mariane come La Madre di Dio Odigitria di Tichivin del 1600, La Madre di Dio della Passione– della fine XVII secolo- primo terzo del XXVIII; Il ciclo cristologico con la Trasfigurazione del VII secolo, Entrata del Signore a Gerusalemme del XVIII, la Resurrezione di Cristo del VIII secolo.
E poi l’Arcangelo Michele, San Nicola Taumaturgo, il Miracolo di San Giorgio e il Drago, I Martiri Quirico e Giuditta, la Grande Martire Parasceve e infine le raffigurazioni di monaci russi. Come si vede non ci sono soltanto opere di scuole molto note, ma anche alcune icone provenienti dalle regioni del Volga, di Kargiopoli, del bacino del fiume Kama a dimostrazione che nel 1600 e 1700 ci fu un vasto sviluppo di iconografie particolari. E’ una mostra che servirà a far conoscere la grande tradizione russa e porterà a conoscenza i legami che uniscono le due chiese: cattolica e ortodossa.
Emilia Dodi