A Namur, abbiamo incontrato Anne Emond, regista canadese, che vive e lavora a Montreal, tra i membri della giuria di questa 32° edizione del FIFF. Nel 2015 Anne ci aveva molto interessato con il suo Les Etres Chers che avevamo visto accoglier con notevole successo al Festival Internazionale di Toronto.
Al suo attivo, dal 2005 al 2011 Anne ha numerosi corto metraggi che hanno fatto il giro dei festival internazionali, accolti sempre con interesse, e coronati da numerosi premi. Ma, a rivelarla al grande publico è il suo e primo film Nuit #1, mentre Echange de Talent(s) con Dimitri Storoge e Catherine de Lean, viene invitato da 25 tra i più importanti festivals.
Simpatica, piacevole e disponibile Anne racconta e si racconta. “Questa è la mia prima volta da giurata – esordisce con un bel sorriso – confesso che qui ho visto moltissimi film e di aver trovato più che interessante quest’esperienza. Quello che però mi ha più colpito è la benevolenza con cui a Namur, in questa giuria internazionale, sono stati accolti i film, cercando soprattutto di mettere in risalto quello che c’è di più interessante e non di sottolineare le loro manchevolezze…”.
C’è un tema comune, in questi lungometraggi che state per premiare?
“Ci sono intanto moltissimi documentari, e molti sono i film di denuncia presentati in questa 32° edizione. Lavori impegnati che descrivono, sottolineandola, la follia degli uomini in questi ultimi anni. Ne esco fuori con la testa completamente piena di immagini e di colori che mi mettono voglia di tornare a casa e cominciare a lavorare sulle mie idee”.
Ecco, appunto, cosa c’è a Montreal in attesa nel suo cassetto, un nuovo film? “Si, non so bene quando comincerò a girarlo ma sono alle ultime battute di scrittura. Spero di iniziare le riprese nel 2018. Si chiamerà Jeune Juliette, ed è la storia di una ragazzina di 13, 14 anni, quindi nella sua preadolescenza, che non risponde agli standard di bellezza comunemente intesa per la sua età, ma che troverà ugualmente la sua strada”.
Mariangiola Castrovilli