É in corso alla Fondation Beyeler una retrospettiva di Paul Klee dal titolo “Paul Klee Abstract Dimension” che sarà visibile fino al 21 gennaio 2018 con opere che provengono da 35 musei internazionali. É curata da Anna Szech.
Dopo Picasso l’artista più documentato della Fondazione è stato proprio Paul Klee. Questa mostra che ha tutti i presupposti per essere considerata una retrospettiva, è dedicata al periodo astratto dell’artista dal 1912. Paul Klee è l’artista di punta del periodo modernista partendo dal dominio del colore dopo il suo viaggio in Tunisia e per questo l’esposizione celebra il ventennale della Fondazione.
Klee è artista completo pittore, scrittore e musicista e lo studio della musica lo ha portato a essere una persona di grande precisione, ha catalogato tutta la sua produzione dal 1911 che costa di 10.00 opere. Dopo il periodo del Bauhaus i suoi dipinti sono divenuti di maggior astrazione, più geometrica con la sua personalissima ricerca. La composizione delle sue opere è caricata di molti significati proprio per l’importante cultura musicale che lo ha portato a comprendere il principio vitale che è contenuto nella materia, fondamento espresso più volte nei suoi diari.
La sua opera che si basa su l’unione dei contrari: mistica e logica, visibile e invisibile, divertimento e raffinatezza, Oriente e Occidente, ha avuto un forte impatto sull’arte del XX secolo. I musei prestatori sono tra i più importanti del mondo, per citarne solo alcuni: il Metropolitan Museum e il MoMa di New York, il Centre Pompidou di Parigi, l’Albertina di Vienna, il Kunstmuseum di Basilea, il Centro Paul Klee di Berna, e si dovrebbe ancora continuare.
Tra le opere esposte si potranno ammirare quelle iconiche come Bolloming Tree del 1926 del National Museum of Modern Art di Tokyo, Flowering del 1934,199 del Kunstmuseum di Winterthur e le composizioni Fire in the Evening del 1929,95 del MoMa e Clarification 1932,95 del MET di New York, Anchor del 1932,22 raramente prestato. Sommano a 570 i lavori che la Galleria e Collezione Beyeler hanno presentato nel tempo proprio “per la qualità del colore e l’espressività “. Rising Star del 1931, 230 e Signs in Yellow del 1938,210 sono state acquisite dalla Collezione Beyeler.
La mostra che presenta 110 lavori dell’artista indica le varie fasi del suo percorso di ricerca partendo proprio dal periodo di Kairouan quando l’artista si espresse con la frase “sono diventato un pittore”, dal periodo prima della guerra quando visse tra Parigi e Monaco, quello del Bauhaus, il suo viaggio in Egitto e Italia, finendo con le sue opere più importanti degli anni ’30 del Novecento. In mostra ci sono rari pezzi che appartengono alla famiglia e non sono mai stati esposti.
I dipinti sono raggruppati secondo lo schema del Maestro permettendo così di scoprire l’autentico significato del suo operare e della sua ricerca, il passaggio dall’analisi introspettiva sui valori psicologici delle forme, alla ricerca della luce, colore e movimento per la strutturazione dell’immagine.
Una mostra di grande importanza.
Emilia Dodi