Al Teatro Tirso de Molina di Roma, fino al 29 ottobre, è in scena la divertente pièce Ti presento mio fratello, scritta da Stefano Sarcinelli, Peppe Quintale (anche protagonisti sul palco con Alessia Fabiani ed Ernesto Lama) e Luciano Fruttaldo per la regia di Peppe Miale.
Ti presento mio fratello è una esilarante commedia sull’eterno ed irrisolto dilemma tra ordine e disordine, tra rigore e tolleranza e tra le diverse abitudini tra un napoletano ed uno svizzero messi a confronto. Stefano ha 50 anni, è un napoletano che vive a Lugano da 10 anni, da quando si è sposato con Petra, una affascinante donna di trent’anni della Svizzera tedesca. Stefano, che è un avvocato affermato, ormai si è adattato alle abitudini svizzere, mentre Petra ha una galleria d’arte moderna, fissata con il feng shui, un’antica arte geomantica taoista della Cina.
Stefano e Petra vivono una vita apparentemente normale e tranquilla, e i loro tempi sono sincronizzati, come un orologio svizzero, con quelli della città svizzera, fredda, asettica. In realtà i due non sono felici perché nascondono un loro dramma personale: non riescono ad avere figli. La “colpa” della loro infertilità non è stata ancora appurata e Stefano è molto ansioso per questa situazione, di non poter diventare padre.
Petra, essendo molto dura e bacchettona, per sopperire questo problema, gli prepara continuamente bollenti tisane e strani cibi afrodisiaci per la sua infertilità. Ma ecco che quando meno i due se lo aspettano, la vita di Stefano e Petra viene travolta da un evento inaspettato: l’arrivo del fratello di Stefano, Peppe, un uomo sulla cinquantina, ex cantante melodico, eterno fallito, che vive di espedienti, insomma un vero napoletano doc che si fregia delle sue origini partenopee. Irrompe sulla scena, combina un sacco di guai sia positivi che negativi. Una vera e propria commedia degli equivoci. Riuscirà il fratello napoletano a sconvolgere tutti gli equilibri della coppia? Basta andare a teatro per saperlo.
Ti presento mio fratello, è una commedia da vedere in quanto, oltre al divertimento, fa anche riflettere molto perché viene affrontato un tema importante come quello della fecondazione artificiale, un argomento che riguarda sempre più persone perché la vita frenetica di oggi, lo stress stanno sempre più portando l’umanità verso l’infecondità. Ma la scienza può arginare questo problema. C’è anche una grande attenzione alle emozioni, dove è incisiva, ben notandosi, la diversità tra Nord e Sud, Svizzera e Italia del Sud.
Credibili in questa pièce gli attori: Stefano Sarcinelli ci regala un napoletano-non napoletano ormai ben integrato nella Svizzera tedesca con i suoi ferrei meccanismi; Alessia Fabiani, l’unica donna del cast, più matura nella recitazione, ci regala una Petra dura, dotata anche di umanità e sentimento, che manifesta, nel suo essere donna, una serie di sfaccettature delle sue emozioni e dei suoi sentimenti; esilarante Peppe Quintale, il fratello napoletano doc, che solo a guardarlo e con le sue mimiche ti mette l’allegria addosso; bravo anche Ernesto Lama. Su tutti la valida regia di Peppe Miale, molto attento a far uscire dagli attori i personaggi che interpretano.
Giancarlo Leone