È stata in scena al Teatro Roma di Roma, ma quasi sicuramente verrà ripresa per una tournée teatrale, l’esilarante commedia I Bonobo, tratta dall’originale Les Bonobes di Laurent Baffie, considerato uno tra gli autori più dissacranti e spregiudicati della drammaturgia francese, adattata per il teatro italiano da Virginia Acqua.
La trama. Tre amici d’infanzia sono disabili fin dalla nascita e come le famose tre scimmiette sacre del santuario di Toshogu, uno non vede (Andrea, interpretato da Giorgio Borghetti), uno non sente (Daniele, interpretato da Fabio Ferrari) e uno non parla (Leonardo interpretato da Gianluca Ramazzotti). Tutti e tre, nonostante l’handicap, hanno in testa solo sesso, che li rende molto simili a dei bonobo che non sono che degli scimpanzè che hanno sempre voglia di fare sesso, piuttosto che alle tre scimmiette di cui dovrebbero incarnare la saggezza.
Stanchi della loro disabilità e di andare a pagamento con delle prostitute, impossibilitati dai loro handicap a conoscere vere donne, i tre uomini decidono di mettere in atto un loro piano geniale che permetterà loro di nascondere i loro difetti e, finalmente, relazionarsi con il gentil sesso.
Andrea, così, crea una chat per incontri alla quale, oltre i suoi amici, potranno partecipare tre ragazze, la sognatrice Tina, ma che sa quello che vuole (Jun Ichikawa), la bella Angelica, una ragazza piena di sorprese (Milena Miconi) e la “maschiaccia” Giulia, una poliziotta tutta d’un pezzo (Stefania Papirio).
A rotazione, così, i tre uomini potranno incontrare queste donne, cambiando di volta in volta, per non destare sospetti, l’appartamento, luogo degli incontri, e con bizzarri, geniali espedienti, che permetteranno a Leonardo il muto di parlare, a Daniele il sordo di sentire e ad Andrea il cieco di vedere. Faranno di tutto per sedurre le donne, senza far scoprire le loro menomazioni. Ovvio che si creeranno delle paradossali situazioni, ma al contempo molto divertenti, fino al colpo di scena finale, dove tutti i protagonisti, comprese le donne, sveleranno le loro vere identità e, finalmente liberi, potranno accettarsi e accettare l’altro per quello che ciascuno è.
I tre protagonisti maschili non si accettano per quello che sono, convinti che il loro handicap sia un ostacolo insormontabile per confrontarsi con gli altri, specialmente se si tratta dell’altro sesso, proiettando sui “normodotati” un pregiudizio che è anch’esso, a sua volta, un pregiudizio verso questi ultimi. Ma con i nostri limiti, in definitiva, possiamo essere accettati per quello che siamo. E questo vale anche per le protagoniste femminili, che si nascondono dietro le loro maschere.
I Bonobo, interpretata da questi sei attori bravissimi, ben compenetrati e coordinati nei loro ruoli, dove tutto è ben studiato, una vera macchina ben oliata, è una pièce dove si ride moltissimo ma si riflette anche perché, come dicevamo, i pregiudizi rappresentano degli elementi molto sbagliati, che possono aprire vie tortuose che non si vogliono conoscere, ma neanche immaginare.
Questo spettacolo, comunque, è molto inconsueto per l’Italia perché, oltre a portare una nuova ventata della nuova drammaturgia contemporanea e internazionale, grazie proprio a Gianluca Ramazzotti, tocca temi delicati, ma con ironia e leggerezza, dove l’autore invece di mostrare i personaggi come macchiette, che possono suscitare compassione da parte del pubblico, mostra degli uomini con le loro debolezze, manie.
Giancarlo Leone