A Palazzo Pitti in occasione del quattrocentesimo anno dalla nascita del Cardinale Leopoldo de’ Medici, grandissimo collezionista di arte, scienza e testi scritti, il Direttore delle Gallerie degli Uffizi ha deciso di farlo conoscere in tutta la sua cultura dal 7 novembre 2017 al 28 gennaio 2018. E’ curata da Valentina Conticelli, Riccardo Gennaioli e Maria Frameli con catalogo Sillabe.
Leopoldo de’ Medici (1617-1675) figlio di Cosimo II e fratello di colui che divenne Ferdinando II, era un collezionista che amava incondizionatamente l’arte e le materie scientifiche, collezionando anche molti libri. Fu educato da alcuni allievi di Galileo Galilei e per questo riuscì a rimettere in sesto nel 1631 l’Accademia platonica divenendo nel 1641 Accademico della Crusca. La sua passione per le arti visive fu sempre preponderante.
Questo amore lo portò a collezionare opere di pittori in particolare veneti, statue, monete e collezionare autoritratti che costituiscono un nucleo ancora unico al mondo, tra i quali quello di quando fu eletto Cardinale dipinto da Giovan Battista Gaulli. Alla sua morte avvenuta all’improvviso il nipote Cosimo III donò la sua estesissima collezione a vari musei di Firenze. Per la pittura molte opere andarono alle Gallerie degli Uffizi, mentre per gli strumenti scientifici al Museo Galileo e per i libri alla Biblioteca Nazionale fiorentina.
Essendo Palazzo Pitti la sede fiorentina del Cardinale l’esposizione si tiene proprio in loco. Interessantissimi i numerosi autoritratti, i dipinti, medaglie, sculture che lo ritraggono dall’infanzia e questo è testimoniato dalla tela del Castello di Konopištĕ dove il fanciullo reale monta un cavallo parato a festa, quadro poco conosciuto, mentre notissimo è quello del Gaulli. Dotato di grande memoria visiva Leopoldo riuscì fin dai primi acquisti a definire lo stile, la quadratura delle opere e la loro qualità il che rende questa collezione di grande pregio.
Divenuto cardinale e destinato a Roma dove fervevamo grandi campagne di scavo, si servì come agenti di Ottavio Falconieri, Leonardo Agostini, Pietro da Cortona, Gian Lorenzo Bernini, Ercole Ferrata per comperare pregevoli busti e sculture antiche tra le quali spicca la Statua di fanciullo togato in basalto del II secolo a.C. scoperto nel 1651 e naturalmente in mostra. Il suo interesse verso i viaggi nei paesi meno frequentati, lo portò a immettere nella sua vasta collezione anche coppe cinesi, armi indonesiane, lacche giapponesi e la rarissima maschera in travertinite del IV-V secolo d.C. che proviene dal Messico. Collezionò anche gruppi scultorei nordici in avorio di carattere sacro e profano. Alcuni reliquiari che sono stati nel corso dei secoli conservati nelle Basiliche toscane, figurano in esposizione.
Nell’impossibilità di ricreare gli ambienti della sua collezione dove sussistevano quadri del Tiziano, di Pontorno, Botticelli, Parmigianino, Veronese, Bassano, Correggio, le cui cornici erano disegnate da artisti quali Pietro da Cortona e Ciro Ferri, in occasione dell’esposizione saranno tutti mostrati in catalogo e su supporti informatici. La collezione dei suoi autoritratti, come detto, unica al mondo di solito è un pregio degli Uffizi.
Anna Camia