Alla Tate Modern di Londra ci sarà dal 23 novembre 2017 al 7 aprile 2018, una grande esposizione dedicata a Amedeo Modigliani artista livornese/parigino. E’ curata da Nancy Ireson con Simonetta Fraquelli e Emma Lewis. Catalogo Tate Publishing.
Con opere che giungono dal Metropolitan Museum of Art, dal Kunstsammlung Nordrheim-Westfalen di Düsseldorf, dal Métropole Musée d’art Moderne di Villeuve, dal Princeton Museum of Art, Los Angeles Country Museum e Indianapolis Museum of Art e molte collezioni private, si indaga tutta l’opera di questo artista nato a Livorno che dal 1906 si stabilì a Parigi.
E’ un’esposizione che vanta prestiti eccezionali come i ritratti iconici, le sculture e un importante gruppo di nudi di quest’artista morto molto giovane a causa sia della sua malattia, della povertà e del suo modo di vivere. Fu un artista amico di tutti i grandi colleghi di allora dei quali subì un certo influsso, ma fin dal principio capì che la sua arte dipendeva essenzialmente da se stesso, dalla propria energia nel sapere dar corpo ai suoi segreti nascosti, ai suoi silenzi, ai suoi fremiti vitali, attraverso il linguaggio dell’arte.
Modì ha creato veri capolavori che lo hanno fatto riconoscere, come sempre dopo la morte, come uno dei più importanti artisti del Novecento. I suoi nudi furono considerati provocatori per la loro modernità ma apprezzati nel U.K, e la mostra ne presenta ben 10 tra i quali Seated Nude del 1917 del Royal Museum of Art Antwerp e Reclining Nude del 1919 del Museum of Modern Art di New York. La sua arte fu in continua evoluzione dal momento che lasciò Livorno a causa della staticità della pittura italiana del periodo, per tentare l’avventura parigina.
Il suo linguaggio artistico dopo le influenze di artisti come Paul Cézanne, Toulouse Lautrec e Picasso, divenne molto personale e questo è dimostrato dalle tele Bust of Young Woman del 1908, The Beggar of Leghorn del 1909, e per la ritrattistica i ritratti di artisti, scrittori e personaggi importanti suoi coevi tra i quali il Ritratto di Juan Gris del 1915 e di Jean Cocteau del 1916, nonché il ruolo che la donna ha avuto nella sua vita, dipingendo anche Beatrice Hastings che fu per un periodo la sua musa.
Fu Jeanne Hebuterne, la sua compagna che lo amò totalmente, a posare per molti nudi i quali costituiscono un punto fermo per l’artista con le sue sensualissime donne, eppure caste, dai corpi allungati, dai colli cilindrici e spesso dalle pupille vuote. Per la scultura che fu il primo amore dove si nota l’influenza di Brancusi, dovette abbandonarla sia per la sua malattia, che per mancanza di denaro. In mostra c’è Head del 1911 creata prima della prima Grande guerra. Nel 1918 l’artista rimase un periodo nella Francia del sud e per questo nelle sue opere si notano i colori mediterranei. L’esposizione intende essere la più esaustiva possibile onde mostrare non solo il suo operato, ma soprattutto la sua ricerca, gli sviluppi della sua ispirazione e il suo estro creativo.
Emilia Dodi