La Fondazione Terzo Pilastro presenta a Palazzo Platamone di Catania l’esposizione “Pablo Echaurren Soft Wall” dal 24 novembre 2017 al 13 gennaio 2018. Non è un’antologica benchè prenda in considerazione tre decenni. Curatrice Francesca Mazzano.
Quest’esposizione che non è un’antologica benchè prenda in considerazione trent’anni del lavoro di Pablo Echaurren, è dedicata all’ espressione della comunicazione che l’artista ha sempre messo in atto durante tutto il suo periodo artistico. Infatti la mostra mediante opere che seguono la grande e splendida esposizione che ci fu a Roma a Palazzo Cipolla nel 2010, ne è l’ideale continuazione.
Echaurren ha sempre voluto rivolgersi non alle istituzioni, bensì comunicare attraverso l’arte il suo pensiero politico alle generazioni del periodo, prendendo come spunto le grandi battaglie e le successive variazioni che ne hanno determinato la mutazione. Per questo motivo la mostra con oltre 150 opere, prende l’avvio da alcune realizzate alla fine degli anni ’80 inizio ’90 del Novecento quando ci fu storicamente la fine della così detta guerra fredda.
In questa serie di opere che simulano i graffiti metropolitani e si riferiscono al muro di Berlino, Echaurren con le cancellazioni e figure allegoriche di stampo medievale non dimenticando il suo passato fumettistico, mette in evidenza linguaggi e segni del sistema della comunicazione. L’artista di fatto con i suoi graffitismi, i suoi accesi colori, impiega l’arte come (contro) informazione con il medesimo intento di coloro che hanno impiegato la strett art, quasi essendone in qualche modo il precursore pur con tutto il bagaglio culturale che è stato sempre una sua prerogativa.
Una sezione inerisce i collage degli anni ’90 dove sono percepiti in sintesi i paesaggi urbani che uniscono manifesti strappati, annunci, insegne, titoli, segnaletica segni che i uniti sono percepiti simultaneamente. Questa comunicazione murale è anche nelle più recenti pitture “muro contro muro” dove l’artista contrappone scritte murali cancellate che vogliono raffigurare come il mondo sia caratterizzato da opposte idee che si sovrappongono l’una sopra l’altra.
A queste opere sono contrapposte quelle che si basano sul sistema dell’arte e sulle strategie aggressive basate sulla necessità di mettere il punto sulla tensione sociale e intellettuale, ricerca che è stata sempre stata cruciale nell’arte di Echaurren. Come fatto notare dal Prof. Emanuele F.M. Emanuele della Fondazione Terzo Pilastro le opere sono “tutte accomunate da un dialogo costante e irrequieta e inevitabile con la storia presente, specchio e sintesi di una società della sua parabola umanitaria come l’abbiamo vissuta negli ultimi quattro decenni…………”.
Come tutte le esposizioni di Pablo Echaurren questa catanese invita a riflettere.
Dodi Emilia