E’ in corso alla Peggy Guggeheim Collection di Venezia una mostra dedicata al Simbolismo mistico e al Salon de la Rose-Croix di Parigi. E’ curata da Vivien Greene e proviene dalla Solomon R. Guggenheim Museum di New York dove è stata fino al 4 ottobre. E’ visibile fino al 7 gennaio 2018.
In Italia sono state molte le mostre su questo movimento in particolare l’esaustiva esposizione a Palazzo Reale di Milano, ma una specificatamente dedicata agli artisti che l’hanno interpretato in modo mistico, mancava soprattutto dedicata al periodo 1892-1897. ( foto 1)
A Parigi quest’arte era patrimonio dei vari Salon de la Rose-Croix messi in atto dal letterato e critico Joséphen Péladran ( 1858-1918) che amando l’esoterismo in modo molto intenso, riscoprendo con i suoi studi le varie storie della Confraternita Rosa crociana che risalgano almeno al ‘600, decise di dare vita presso la celebre Galleria Durand Ruel al Salon de la Rose-Croix unendo attorno a sé gli artisti di moltissime nazioni, tra le quali anche l’Italia e per la Francia oltre a nomi meno noti, parteciparono tra gli altri anche Alexandre Séon, Antoine Bourdelle e Felix Valloton.
Nell’arte di questi artisti il misticismo, la mitologia e i riti arcani avevano una parte preponderante e per questo seguendo quanto proposto proprio da Péladan che aveva dato vita nuovamente alla confraternita segreta della Rose-Croix, ( nome ripreso dallo stemma che poneva al centro della croce un cuore rosso) considerarono questi riti il mezzo per capire le verità universali raggiungendo l’illuminazione.
Del resto nelle opere di Baudelaire, iniziatore della teoria, si auspicava il superamento della realtà oggettiva e il naturalismo a favore un’arte concepita come unione di pensiero, intuizione e spiritualità, diffusasi poi in tutta l’Europa. Le tematiche scelte erano amore e morte, peccato e redenzione, misticismo e soggetti storico mitologici.
Questa diversità nella tematica di svariati artisti divenne una grande ricchezza. Naturalmente per creare questa mostra essendo i pittori dei vari salon di Pédalan appartenenti a Belgio, Danimarca, Finlandia, Francia e Italia, non è stato certo facile trovarne le opere, ma era importante esporre le varie teorie base del simbolismo di fine Ottocento, dei personaggi dipinti come Orfeo, il rifarsi alla pittura del primo Rinascimento italiano, mostrare il culto della personalità dello stesso Pédalan e di Wagner. La componente musicale è messa in atto con le musiche di EriK Satie.
Anna Camia