La Fondazione Carriero di Milano http://fondazionecarriero.org/it/ presenta dal 17 novembre 2017 al 23 giugno 2018 la mostra di “Sol LeWitt Between The Linee” curata da Francesco Stocchi con l’Architetto Rem Koothas in collaborazione con Estate Sol LeWitt. Catalogo Fondazione Carriero.
E’ un omaggio all’artista deceduto nel 2007 e questa mostra lo celebra mettendo il punto sulla sua opera concettuale e minimalista basata su forme geometriche che si accomunano all’architettura. Sol LeWitt amava molto l’Italia e per un periodo ha avuto studio e casa a Spoleto. ( foto 1)
L’esposizione vuole offrire “un punto di vista nuovo sulla pratica dell’artista statunitense esplorando i confini nel rispetto di quella norma e di quei principi alla base del suo pensiero e isolando i momenti fondanti del suo metodo di indagine dei processi che ne derivano”. Così sono esposte anche le sculture degli anni ‘60 con griglie tridimensionali.
Il pensiero di Soll LeWitt deriva da uno stile concettuale senza coinvolgimento emotivo con individualismo informale. Il suo concetto era quello di ribaltare l’idea che fosse l’opera ad adattarsi all’architettura e non l’architettura stessa. Quindi cambiare il senso del Sire Specific. La mostra vuole superare la divisione tra architettura e storia dell’arte mettendo il punto sul lavoro dell’artista dedicato più al processo che al prodotto finale.
Il suo testo “Paragraphs on Concettual Art” pubblicato nel 1967 è tutt’oggi una specie di Bibbia per gli artisti concettuali. Propugna l’idea che il concetto debba superare la realtà dell’opera poiché questa può essere affidata ad altri. Quindi arte come architettura dove dopo il progetto la realizzazione può essere eseguita da terzi. Si pensa che tutto ciò possa essere valido quando i realizzatori rispettano il progetto originale, ma per LeWitt la casualità dell’esecutore è quella che crea il risultato artistico poiché è permesso muoversi entro le regole.
Le opere di LeWitt sono forme inserite nello spazio a metà tra bidimensionalità e tridimensionalità che sono basi per i suoi disegni a parete replicabili e moltiplicabili. Sono inserite nel sito ma spesso non sono create per questo, seguendo l’idea di un luogo metafisico non fatto di linee, cubi e forme geometriche ma dell’idea di queste, ottenendo la compenetrazione tra arte e architettura.
Una mostra non facile ma molto interessante.
Emilia Dodi