Uno spettacolo da paura… per Antonio Giuliani – L’intervista

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Per sfidare la superstizione o la scaramanzia, che dir si voglia, Antonio Giuliani, per la sua unica serata-evento, ha scelto il venerdì, ma un venerdì particolare, quello del 17 novembre. Sarà in scena all’Auditorium della Conciliazione con il suo one man show, Uno spettacolo da paura, da lui scritto con il suo fedele amico ed autore Maurizio Francabandiera.

Antonio, parliamo di questo spettacolo. Che c’è di così pauroso e perché hai scelto questo giorno?

E’ nato per caso. Il produttore ha voluto che preparassimo uno spettacolo per una sola serata. Ma quando siamo andati a vedere le date, l’unica disponibile era quella di venerdì 17 novembre. Ci sarà stato un motivo se nessuna compagnia l’ha presa in considerazione. Inizialmente questo one man show si doveva chiamare Non aprite quel sipario. Poi ci siamo resi conto che l’Auditorium della Conciliazione non aveva sipario. Così abbiamo scelto questo titolo”.

Ma la paura dove si avverte durante questo show?

Ma più che paura mettiamo in evidenza quanto noi italiani siamo ancora attaccati alle ielle, alla sfiga, alla scaramanzia. Molti saranno gli argomenti trattati: il gatto nero che attraversa la strada, il non passare sotto una scala, il non aprire un ombrello dentro casa. Certo è un po’ strano che uno apra un ombrello in casa: se lo apre è perché piove dentro casa e i lavori sul tetto non sono stati fatti in maniera adeguata. Ma, in effetti, si parla anche di paure”.

Cioè a dire?

La paura di innamorarsi, la paura di diventare genitore, la paura del Natale che dovrebbe essere una festa di aggregazione per le famiglie e si finisce sempre per litigare per vecchi rancori mai sopiti, discussioni interrotte, la paura delle donne che oggi sono diventate il sesso forte a discapito dell’uomo che si deve destreggiare e che no sa più corteggiare come una volta”.

Uno spettacolo dove si ride e si riflette.

Sì, specialmente su certe abitudini dell’estremo Sud come quella di mettere la classica treccia d’aglio sulla porta di casa per allontanare gli spiriti. Sì però si allontana pure la gente sentendo quella puzza. E poi riflessioni: se si rompe uno specchio, si dice, sono sette anni di sfiga, pochi. Ma se si rompe un profilattico durante un rapporto potrebbe essere sfiga per tutta la vita”.

Ma tu sei superstizioso? Hai un classico rito prima di entrare in scena?

Tutti gli attori sono superstiziosi. Si sa. Io l’unica cosa che faccio prima di entrare in scena è il segno della croce. Ma a quanto pare in futuro se ne farà a meno, visto che vogliono togliere i crocifissi dalle aule scolastiche e abolire i presepi per Natale. Ma sono usanze, la religione nostra è basata sul cristianesimo. I popoli che ospitiamo e che non sono cristiani dovrebbero rispettarci, non possono venire qui e fare i padroni”.

Una previsione: vista la giornata particolare, venerdì 17, pensi che l’Auditorium sarà pieno o molti avranno paura di sfidare la superstizione?

Sembra che hai letto il copione perché proprio all’inizio io entro in scena e mi stupisco del pubblico presente in teatro che ha sfidato il giorno infausto per venirmi a vedere. Però, al momento, abbiamo venduto più di mille biglietti e ancora la vendita continua. Forse avrò pochi applausi perché il pubblico ci sarà ma si starà toccando lì contro la superstizione”.

Secondo te, romano doc, risorgerà Roma dal degrado in cui è precipitata?

Mi auguro veramente che si possa riprendere. Noi romani abbiamo perso il senso civico. Sembra che questa città non interessi più a nessuno, in primis a noi romani. Di conseguenza i turisti che vengono, vista la situazione, non rispettano noi e la città e fanno come credono, aggravando loro stessi il degrado. Prima ci si lamentava di Napoli, della spazzatura. Ma Roma in questi ultimi anni l’ha battuta. E parlo proprio io che sono romano da tre generazioni”.

Progetti futuri?

Vorrei portare questo spettacolo in altri teatri, magari cambiandogli il titolo e non per una sola serata come in questo caso. Poi sia io che il mio fedele amico Francabandiera stiamo preparando un nuovo format televisivo, cercando sempre di trovare argomenti nuovi di attualità”.

Giancarlo Leone

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