É in corso alla Ca’ d’Oro di Venezia un’esposizione di Guido Strazza che riguarda il periodo ‘80-’90 del Novecento con la serie dei Cosmati. La mostra unisce un grande artista e un collezionista a distanza di un secolo. Curatrici Claudia Cremonini e Daniela Ferrara. Resterà aperta fino all’8 aprile 2018.
Dopo la grande antologica alla GNAM di Roma, città dove è nato, ora è Venezia, sua città di adozione, che celebra con questa esposizione l’arrivo dei suoi 95 anni, in unione con la figura del collezionista Giorgio Franchetti che fu colui che acquistò la Ca’ d’Oro dallo Stato nel 1916 rimettendola in sesto impiegando pietre antiche per la pavimentazione reperite a Roma e Firenze.
L’idea artistica di Guido Strazza è sempre stata quella dell’elaborazione del segno, di ciò che si può far vedere a chi osserva, questo rende la sua arte unica. Tra i tanti periodi del suo lavoro si può osservare che la ricerca tramite il segno resta inconfondibile nell’artista. Infatti dopo il momento dell’America Latina, è Venezia che diviene la sua sede preferita e per il suo amore per le tarsie, anche osservando quelle che Giorgio Franchetti aveva scelto per la sua Ca’ d’Oro, ha creato la serie dei Cosmati e dei Segni di Roma.
E’ una mostra che unisce il lavoro di Strazza al collezionismo di Giorgio Franchetti. Infatti nell’esposizione le opere di Guido Strazza sono messe in paragone ai pezzi antichi, relazionandosi tra arte antica e quella moderna, con una serie di opere dei maestri lapidei alto medievali che sono patrimonio del Museo veneziano. Per l’artista ricercare è “un cercare ancora, con ogni mezzo qualcosa di cui si è perduta la memoria quindi la ricerca non finisce mai”. Le Pietre di Roma in quest’esposizione sono in accordo con Le Pietre di Venezia della Ca’ d’Oro.
Per Guido Strazza il segno è il codice per esprimere ciò che pensa. La donazione alla Galleria Franchetti della Ca’ d’Oro comprende oltre 40 opere, 12 dipinti e 36 opere grafiche. A questo proposito non si deve dimenticare il suo particolare studio sull’incisione della quale fu un grande sperimentatore, nonché docente. L’artista è stato ed è ancora un pittore, incisore e scrittore, e fu anche un ottimo docente, tralasciando il suo essere stato ingegnere e pilota.
Savina Fermi