Con il titolo “L’Ultimo Caravaggio Eredi e Nuovi Maestri- Napoli, Genova e Milano a confronto” nelle Gallerie d’Italia sede museale di Intesa San Paolo, c’è l’importante esposizione che parte dal Martirio di Sant’Orsola del Merisi in confronto con altri artisti seicenteschi. E’ curata da Alessandro Morandotti con coordinamento di Gianfranco Brunelli. Catalogo Skira.
Con il patrocinio del MIBACT, del Comune di Milano in accordo con i Musei di Strada Nuova di Genova e la collaborazione dell’Università degli Studi di Torino, l’esposizione prende le mosse dalla famosa ultima tela del Caravaggio Il Martirio di Sant’Orsola di proprietà d’Intesa San Paolo, per mostrare gli influssi naturalistici che l’artista ha avuto sui coevi seicenteschi e al contrario quanti non abbiano recepito il suo pensiero e abbiano continuato nella loro opera tardomanierista con influssi barocchi.
Questo confronto che gli storici dell’arte hanno messo in luce non era però fin’ora esplicitato anche al grande pubblico e questa è l’importanza fondamentale della mostra. Tutto ciò viene mostrato in 7 sezioni tenendo conto del lavoro dei maestri a Napoli, Genova e Milano. In effetti tutto parte dalle collezioni genovesi dei due fratelli Marc’Antonio e Giovan Carlo Doria, l’uno amava il naturalismo del Caravaggio e dei suoi seguaci napoletani e non, l’altro si rifaceva ai pittori come Procaccini e Sforza che univano l’esperienza tardomanieristica fiorentina e lombarda.
Gian Carlo Doria era considerato al tempo il più importante collezionista dell’Italia del nord. La mostra intende far conoscere come la scuola genovese e lombarda abbia prodotto tramite Procaccini e lo Strozzi e altri, opere di grande pregio che non sono state degnamente comprese per il grande e giusto battage che si è creato intorno al Merisi che pur nato a Milano, non ha lasciato in loco opere di grande importanza.
Vivendo a Roma, Napoli, Messina e Malta ha consolidato in questi luoghi la sua vicenda artistica anche per la forza delle sue realizzazioni. In effetti quando nel 1610 giunse a Genova il suo Martirio di Sant’Orsola commissionato da Marc’Antonio Doria, non ebbe il successo che ci si sarebbe aspettato da un’opera di quella forza, meglio fu accolto quello di Bernardo Strozzi che a questo proposito sono messi a confronto in mostra.
L’esposizione conta più di 50 opere alcune mai viste a Milano, tra le quali una visione particolare è data dall’enorme tela di 40 metri quadrati di Procaccini, l’Ultima cena, che è esposta dopo un elaborato restauro effettuato dal Centro Conservazione e Restauro della Venaria Reale di Torino. Durante tutta la mostra quest’opera che è conservata nella Chiesa della Santissima Annunziata del Vastato a Genova, può essere ammirata da vicino in quanto normalmente è situata a 20 metri di altezza.
Quindi si possono vedere le opere dei Maestri che hanno seguito il naturalismo come Battistello Caracciolo e il Ribera messe a confronto con quelle dal tardo manierismo al barocco, di Giulio Cesare Procaccini, Peter Paolo Rubens, Bernardo Strozzi e Simon Vouet. In linea con la scelta di non dimenticare il contemporaneo c’è il Focus monografico di Omar Galliani dedicato al Caravaggio e al suo Martirio di Sant’Orsola.
Emilia Dodi