Come una comune lite matrimoniale possa portare a Stoccolma,forse, a ben guardare conviene avere dissapori in famiglia… per lo meno così pare nell’incipit del bel film di Alessandro Gassmann, regista e interprete insieme a Gigi Proietti, Anna Foglietta, Rocco Papaleo, Matilde De Angelis, Marco Zitelli, Andrea Jonasson, Erica Blanc ed Elettra Mallaby, dal promettente titolo Il Premio.
La storia è quella di un padre, scrittore di successo con un quoziente d’intelligenza da sballo, e vari figli disseminati un po’ dovunque nell’universo mondo, che viene convocato a Stoccolma per ricevere il Nobel per la letteratura. E, per caso a viaggiare con lui, Giovanni Passamonte (un fantastico Gigi Proietti) che per non prendere l’aereo viaggia su una capace, potentissima macchina, con il suo fedele segretario di una vita Rinaldo (Rocco Papaleo).
Non solo Rinaldo però, perché lo seguono nel viaggio i suoi due figli italiani, Oreste (Alessandro Gassmann) personal trainer e Lucrezia (Anna Foglietta), sofisticata blogger appena un tantinello snob e rompiscatole – come direbbe Ennio Flaiano – che, con la scusa del suo servizio, In viaggio con il Nobel, ogni tre per due piazza il microfono sotto la bocca del padre, dei compagni di viaggio e di tutte le persone importanti e non, che incontra durante la lunga strada con numerose deviazioni, che porta in Svezia.
Inutile dirvi che il film, prodotto da Fulvio e Federica Lucisano, una coproduzione italo-danese e distribuito da Vision Distribution, da oggi su tutti gli schermi della penisola, è divertente, spiritoso e a volte commovente, con il valore aggiunto di indurvi a pensare, cosa oggi piuttosto rara, per cui non vi raccontiamo di più, salvo raccomandarvi di andare a vederlo perché ne vale veramente la pena.
Nell’affollata conferenza stampa con quasi tutto il cast al completo, Alessandro Gassmann, ha detto tra l’altro che da tempo pensava di raccontare questa storia, infatti “La vita in generale per me è una commedia divertente, con un po’ di tutto, qualche risata a far da contrappunto a drammi, malinconia ed emozioni. Mi piacciono da sempre le commedie perché rappresentano la ricerca della verità. Volevo partire per un viaggio che avevo sempre desiderato di fare nella vita”
Qualche rapporto Gassmann con la sua famiglia? “Assolutamente no. Quella del film non è la mia famiglia. Pur essendo una storia inventata, ci sono parecchi umori e rapporti che ricordano in qualche maniera la mia gioventù. Per il padre avevo bisogno di un attore che conoscesse l’argomento e che avesse avuto un vero, grandissimo successo nella vita, come lo è Gigi con tutto quello che ha fatto. Chi avrebbe potuto essere in parte meglio di lui, attore straordinario e profondo conoscitore dei rapporti personali”?
Dal canto suo Proietti dice che è stato attratto dalla sceneggiatura fin da quando era ancora in fieri. “E il film ne rispecchia l’equilibrio, mi è piaciuto lo stile, la risata e la malinconia, i momenti di ripensamento e la durezza. Tutto fatto però con grande equilibrio. Cosa oggi rarissima”.
Mariangiola Castrovilli