Quando la memoria può fare brutti scherzi

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Andato già in scena al Teatro L’Aura di Roma lo scorso 31 dicembre, per festeggiare il Capodanno, torna nello stesso teatro solo per pochi giorni, dal 24 al 28 gennaio, il divertente spettacolo, Che casino… la memoria, scritto da Laura Monaco, anche protagonista della pièce, e diretto da Rossella Serrato, che vede coprotagonisti Helene Olivi Borghese, Michele Carnevale e Marco Lupi.

 

La trama. Siamo alla fine degli Anni ’40, la guerra è appena finita, sono gli anni della ricostruzione e il boom economico degli Anni ’60 è ancora lontano. Tutto cambia, l’evoluzione si comincia a sentire, ma ancora esistono le famose “case chiuse”, anche dette case di tolleranza, quelle dove uomini di tutti i ceti, focosi, pronti a soddisfare le proprie voglie, incontravano prostitute giovani e meno giovani, quelle “case chiuse” che poi saranno realmente chiuse definitivamente alla fine degli Anni ’50, esattamente il 20 febbraio 1958, dalla Senatrice Merlin, con la legge che portava il suo nome.

In questa “casa chiusa” della pièce troviamo i nostri personaggi: una tenutaria dall’aria un po’ burbera e poco tollerante, una giovane prostituta e un uomo che…per amore della giovane e per starle vicino, senza farsi riconoscere, fa la parte di un femminiello, con tanto di trucco e parrucca bionda. Però c’è qualcosa di strano in quella “strana” casa: da un po’ di anni l’appartamento viene frequentato misteriosamente da un solo cliente che ogni volta cambia la sua identità, diventando pian piano molto amico della ragazza, impegnandosi anche ad insegnare alla giovane prostituta a leggere e scrivere.

Intanto la tenutaria cerca di spiegare ai due giovani come far bene il “mestiere” più antico del mondo. Ma quell’uomo misterioso continua a presentarsi in varie vesti.

Cosa vorrà questo cliente esclusivo? E chi è? Non sveliamo la sorpresa finale, possiamo solo dire che ha direttamente a che fare con la maitresse e la giovane prostituta. Cosa lega i tre? Lo scoprirete andando al Teatro L’Aura. Ah, se non ci fossero i ricordi che fine faremmo tutti? Molte volte aiutano, riaffiorano nella nostra mente, ci vengono a cercare e neanche un’amnesia riesce a fermarli. Ma è proprio questo è il bello della vita.

I protagonisti sono tutti credibili nelle loro parti: a cominciare da Helene Olivi Borghese, che incarna bene il suo ruolo di tenutaria della casa di tolleranza: austera, rigida, che sgrida a modo la prostituta e il femminiello quando non si comportano bene e squalificano quella casa “di tutto rispetto”. Brava, ingenua, a volte piacevolmente sexy, ma non volgare la giovane prostituta impersonata da Laura Monaco, anche autrice del bel testo, che non appare mai volgare, mai scade di tono, nonostante sia trattato un tema scabroso, forse più per quei tempi.

Divertenti le partecipazioni dei due uomini, Michele Carnevale e Marco Lupi. Ottima la regia di Rossella Serrato. Una pièce da vedere e consigliata a tutti, dai risvolti imprevedibili che galvanizzerà il pubblico sulle proprie poltrone, tra risate e ricordi di un’epoca scomparsa, la classica epoca in cui, pur essendo priva di tante distrazioni di oggi, si viveva meglio.

Giancarlo Leone

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