A Palazzo Pitti nell’Andito degli Angiolini sino al 14 febbraio 2018 si possono ammirare i costumi teatrali per uomo che il couturier Roberto Capucci in veste di artista, ha creato per un suo sogno. E’ curata dallo stesso Capucci con catalogo Polistampa.
Quest’esposizione che presenta Roberto Capucci in veste di artista costumista, fa ben da cornice a 93° Pitti immagine uomo. Creando questi disegni per il teatro che sembrano essere validi anche per un balletto, Capucci ha lasciato correre la sua fantasia che non manca mai di coniugarsi con realizzazioni rigorosissime, come nei suoi fantastici abiti da sera che sembrano non poter entrare in una vettura e invece si arrotolano su se stessi in modo quasi geometrico.
Fantasia e rigore sono sempre state il diktat delle sue creazioni anche di alta moda. In quest’esposizione dove si rivela un Capucci non artigiano ma artista, la sua fantasia nei 72 disegni tutti di grande formato 50×70 cm. è stata ispirata dall’dea di una messinscena onirica. Quest’idea è nata nella sua mente già dagli anni del 1900 e si è concretizzata nel tempo fino ad arrivare alla mostra che proprio Firenze, dove giovanissimo ha debuttato nella moda, è giusto presenti.
Come ricordato in catalogo da Eike D. Schmidt direttore delle Gallerie degli Uffizi, Palazzi Pitti ha già visto dal 1589 figurini realizzati da Bernardo Buontalenti per gli intermezzi di Giovanni de’ Bardi alla commedia La Pellegrina, e poi anche nelle opere del costumista Léon Baskt per i balletti russi. Capucci però ha un validissimo modo di disegnare che sembra far fluttuare i personaggi nell’aria, mettendo il punto sui colori che sa unire con grande maestria, concentrati soprattutto sulla testa e attorno alla vita.
Capucci dionisiaco che dà il titolo all’esposizione, vuole significare non solo il dio del vino, ma soprattutto il dio del teatro e delle rappresentazioni sceniche antiche, delle quali questi costumi maschili in un certo senso danno l’idea. I disegni sono di una perfezione grafica tale da far comprendere come il Maestro nella precisa geometria delle raffigurazioni, si sia ispirato alle feste rinascimentali.
L’esposizione è realizzata in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, il supporto della Fondazione Eduardo De Filippo e dell’Azienda Agricola Scovaventi, organizzata dall’Accademia degli Infuocati.
Emilia Dodi